Iron Fist

Buongiorno 😊
Come sta andando la vostra settimana??

Oggi torno a parlarvi di un programma prodotto da Netflix e Marvel, uno di quelli dedicati ai supereroi del piccolo schermo e che stanno davvero facendo crescere l’universo di casa Marvel in modo incredibile!

Info

Titolo
Iron Fist
Ideatori
Scott Buck
Paese
Stati Uniti d’America
Anno
2017
Genere
Azione, fantastico
Stagioni
1 –
Episodi
13
Lingua
Inglese
Cast
Finn Jones, Jessica Henwick, Tom Pelphrey, Jessica Stroup, Ramón Rodríguez, Sacha Dhawan, Rosario Dawson, David Wenham

Parere

La nuova serie tv marcata Netflix e Marvel questa volta si stacca leggermente dai canoni dei loro precedenti prodotti (Daredavil, Jessica Jones e Luke Cage) perché rappresenta una sorta di via di mezzo tra le tre serie citate e lo spiritualismo che caratterizza il film Doctor Strange.
Iron Fist (“Pugno di Ferro”), alias Danny Rand, è un giovane ragazzo newyorkese che da 15 anni è dato per morto in un incidente aereo in cui hanno davvero perso la vita anche i suoi genitori. In realtà, dopo essere miracolosamente sopravvissuto, viene cresciuto da un gruppo di monaci guerrieri nel misterioso e impossibile-da-trovare monastero di K’un L’un. Dopo anni di addestramento, Danny viene scelto per diventare l’Iron Fist, un’arma vivente il cui scopo è proteggere la via per il monastero e sconfiggere La Mano, potente organizzazione criminale che vede a New York il suo centro operativo e strategico, un’informazione che Danny scoprirà solo dopo essere tornato a casa.
Rispetto agli altri prodotti Marvel/Netflix, Iron Fist è quello che mi ha convinta meno dei tre. L’ho trovato carino e interessante nell’aspetto dello scompenso psicologico che si trova ad affrontare il protagonista dopo il suo rientro nella società occidentale, perché Danny all’inizio appare ancora come un undicenne idealista e assurdamente convinto che il mondo possa diventare un’isola felice solo perché lui è tornato dai suoi amici di un tempo. Ma poi, il ragazzino viene costretto a crescere in tempi brevissimi e gli anni di addestramento mistico vengono letteralmente buttati via. Danny, che inizia a mettere positivamente in discussione la convinzione di essere solo un’arma contro La Mano, si ritrova consumato dalla rabbia, dal tradimento e dal desiderio di vendetta personale che poco ha a che fare con la filosofia con la quale è stato cresciuto e che vede nel dottor Stephen Strange un importante predecessore e esempio. Entrambi questi personaggi basano i loro poteri sul chi e sull’uso delle forze invisibili che governano il mondo, ma se Strange impara ad affrontare i propri problemi personali e le emozioni di modo che non lo trasformino in uno psicopatico alla Loki (cattivo che comunque adoro!!), Danny è incapace di vedere e separare il lato personale e emotivo da quella che è la giusta direzione da seguire, almeno fino agli ultimi minuti dell’episodio conclusivo, quando viene colpito da un flash mistico che lo porta a identificare in due luci da cantiere gli occhi del drago che ha dovuto sfidare per diventare l’Iron Fist e che di colpo gli permette di ritrovare la calma e la sanità mentale. È una metafora interessante per le sfide da affrontare e rappresenta un cambiamento necessario, ma questo avviene in modo troppo repentino perché possa davvero convincere; ovvio, fa parte del processo di crescita e di adattamento del personaggio alla nuova realtà quotidiana di New York, ma l’associazione mi è sembrata un po’ troppo poco credibile e per questo deludente.
Ad essermi piaciuto però è il sistema dei personaggi ed in particolare quelli di Madame Gao e di Ward Mitchum. La prima è la nemica giurata e onnipresente di tutti i supereroi newyorkesi marchiati Netflix: appare in Daredevil come cattiva per tutte e due le stagione e viene citata sia in Jessica Jones e Luke Cage grazie alla presenza di un altro personaggio ricorrente (Claire Temple, interpretata da Rosario Dawson). Lei è la mente della Mano, eppure è avvolta da un’ambiguità che la rende sia un pericolo che un’aiuto per i supereroi, le cui azioni però sono sempre volte a ottenere un guadagno personale piuttosto che a dare davvero una mano agli eroi. È un personaggio che può portare a sviluppi interessanti e che sono sicura riserverà molte sorprese.
Ward Meachum, invece, parte come il più grande insopportabile traditore mai visto sullo schermo e alla fine, benché non perda la sua natura da doppiogiochista, si rivela l’aiuto più prezioso per Danny e un possibile nuovo amico, scambiandosi di ruolo con la sorella Joy e con Davos, cresciuto con Danny al monastero e suo migliore amico. Questi tre, Ward, Joy e Davos, sono i personaggi che più cambiano nel corso della stagione a causa dello smarrimento psicologico che tortura Danny e che promettono di rivelare tutto il loro potenziale nelle successive stagioni.
Da Iron Fist aspettavo più misticismo alla Doctor Strange e meno pugni menati a destra e a manca come se la città fosse diventata un fight club a cielo aperto, perché è qualcosa che avrebbe differenziato la serie e il suo protagonista dagli altri supereroi del piccolo schermo e lo avrebbe reso particolare.

Poi, dando un’occhiata in rete, ho scoperto che con Iron Fist Netflix ha raddoppiato le visioni, anche rispetto ad altre serie più caratteristiche e famose, come Orange is the new blackStranger Things, diventando la prima serie per binge watching, da maratona ininterrotta… Per la serie “Basta menare per fare ascolti”…

Voi conoscete i prodotti Marvel?? Ormai io ve ne parlo sempre 😅 ma può essere che a qualcuno non piacciano, perciò fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto
Federica 💋

2 pensieri su “Iron Fist

  1. Sinceramente mi è piaciuta poco, ci mette troppo tempo ad avviarsi, a volte i dialoghi scemano sul banalotto e le scene di combattimento troppo semplici. Cioè le mazzate di Daredevil non erano mazzate a casaccio ma lotta marziale vera e propria. Il problema, ho letto, deriverebbe dal fatto che dato che il protagonista non è mascherato fosse difficile sostituirlo in tutte le scene con una controfigura esperta nelle arti. Ma mi sembra una giustificazione debole.

    Ho avuto come l’impressione, in definitiva, che questa serie fosse solo un “traghetto” verso i Defenders (la serie con DD, JJ e IF)

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    • Qui, come dici tu, le scene di lotta sono ben diverse da quelle di Daredevil, che tra le altre serie è quella più vicina a Iron Fist come idee, e per me lasciano un po’ il tempo che trovano perché danno l’impressione di essere più delle coreografie… sarà dipeso dallo scarso uso di una controfigura, ma potevano giocarsele meglio…
      E poi sì, ha più l’aspetto di un riempitivo verso The Defenders che di una serie autonoma. Spero che dopo l’ensemble dei quattro, si mettano al lavoro su una seconda stagione un po’ più curata

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