Dolittle [2020]

Buongiorno e buon Lunedì 😊

Questa settimana ne approfitto per pubblicare le recensioni arretrate, quelle che sì, ci sono, ma non ho avuto tempo di pubblicarle prima… accidenti alla tesi! Si parte con uno dei miei attori preferiti.

Titolo 
Dolittle
Regia
Stephen Gaghan
Anno
2020
Genere
Avventura, commedia, fantastico
Lingua
Inglese
Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Soggetto
Hugh Lofting
Sceneggiatura
Stephen Gaghan, John Whittington
Cast
Robert Downey Jr., Harry Collett, Antonio Banderas, Michael Sheen, Jim Broadbent, Jessie Buckley, Ralph Ineson, Kasia Smutniak, Carmel Laniado

Inghilterra, il piccolo Tommy Stubbins è a caccia e per sbaglio ferisce uno scoiattolo. Disperato, la sua richiesta di aiuto viene accolta da un pappagallino, che lo guida fino alla trasandata casa del Dottor Dolittle, medico esperto nella cura degli animali. Ma la prima impressione non è delle migliori, perché Dolittle ha smesso di essere il medico che era un tempo e anche se non rifiuta di aiutare l’animaletto ferito, è l’umano a dargli problemi. Tutti gli umani, in realtà, ma presto la sua esistenza da eremita sarà messa a repentaglio: la giovane regina Vittoria si scopre malata di un male incurabile, nessuno dei suoi medici è in grado di aiutarla e lei vuole che sia Dolittle ad aiutarla, prima che sia troppo tardi.
E Dolittle, spinto con insistenza dai suoi amici animali, “decide” di capire cosa non vada nella sovrana che ha visto crescere. La sentenza non è delle migliori, perché le resta poco da vivere e se la vuole salvare deve partire alla ricerca di un frutto introvabile, che cresce solo sull’Albero dell’Eden, situato su un’isola che non è segnata su nessuna mappa. Un’impresa impossibile, secondo il medico di corte Mudfly, ma che Dolittle è il solo a poter compiere. Quindi parte, con i suoi amici animali e… Tommy, rimasto affascinato dallo stile di vita del dottore ed è deciso a diventare il suo apprendista.
Il viaggio, ostacolato da Mudfly, li porterà a scoprire il passato di Dolittle, insieme alla perdita di sua moglie proprio alla ricerca del frutto, ma che si rivelerà essere un’avventura alla scoperta del linguaggio segreto degli animali e di una nuova, grande, amicizia.
Dolittle's Post-Credits Scene Explained | Screen RantDolittle è, ovviamente, un film per le famiglie, ma è una storia davvero carina e toccante, che diverte e insieme commuove con il dolore che permea il buon John Dolittle. La personalità di Robert Downey jr. ben si adatta al ruolo e lo rende davvero simpatico, tuttavia è impossibile non notare che, alla fine, tutti i suoi personaggi sono più o meno simili. In Dolittle si ritrovano Sherlock Holmes e anche Tony Stark, senza nessuna difficoltà a individuarli, cosa che forse rende un po’ meno interessante la mimica del personaggio rispetto al ruolo che riveste. Dolittle, infatti, è il Newt Scamander della realtà (anche se credo che J. K. Rowling si sia ispirata ai libri di Lofting per il suo Magizoologo) ed è uno spasso nel suo ruolo di veterinario! Così come lo sono Michael Sheen e Antonio Banderas (rispettivamente Mudfly e il suocero di Dolittle), che portano a far trionfare la ricerca di John e Tommy, anche se con qualche intoppo.

Se avete a che fare con dei bambini, è un film che vi super consiglio 😉 Se, invece, lo avete visto, mi farebbe sapere se vi è piaciuto!

Federica 💋

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[Segnalazione] “Il mondo di Mister Baffo” di Giulia Stefanini & Valeria Luongo

Buongiorno e buon Lunedì!

Questa settimana inizia con la segnalazione di un libro adatto ai più piccoli, ma non solo!

Titolo
Il mondo di Mister Baffo
Autrici
Giulia Stefanini e Valeria Luongo

Illustratrice
Laura Taibi

Editore
Self publishing
Genere
Raccolta di racconti

Età di lettura
+5

Formato
Digitale ~ Cartaceo

Pagine
102

Prezzo
2,99€ (ebook) ~ 13,99€ (cartaceo)

Acquisto
Amazon

Tutto ha inizio con un inchino

Magia o immaginazione? Cos’è che fa muovere Mister Baffo e gli permette di trasportare in mondi lontani e meravigliosi la piccola Elodì?
‘Il mondo di Mister Baffo’ è una raccolta di racconti in cui i protagonisti sono i bambini con le loro paure, gioie, capricci, nodi allo stomaco per gli odiati cambiamenti e gli occhi luccicanti per una scoperta magica e inaspettata.
Ogni racconto è un portale per insegnare ai più piccoli che l’infanzia è da vivere, assaporare e ricordare con il sorriso: tra tutti i perché e i come che la loro mente può creare.
Quando Elodì ha bisogno di lui, Mister Baffo si anima e l’avventura comincia…

 

Il progetto

‘Il mondo di Mister Baffo’ è un’opera ideata da due autrici amanti dei bambini, del loro mondo e della magia che si crea da un solo sorriso. Entrambe da tempo con la voglia di mettersi in gioco scrivendo una raccolta simile, solo una volta diventate amiche in Instagram hanno avuto il coraggio di buttarsi insieme e creare la raccolta di racconti.

Social

Giulia StefaniniValeria LuongoLaura Taibi

Hammamet

Ciao!

Oggi vi porto nella storia politica italiana, con un super Pierfrancesco Favino!

Titolo
Hammamet
Regia
Gianni Amelio
Anno
2020
Genere
Biografico, drammatico
Lingua
Italiano
Paese di produzione
Italia
Sceneggiatura
Gianni Amelio, Alberto Taraglio
Cast
Pierfrancesco Favino, Livia Rossi, Alberto Paradossi, Luca Filippi, Silvia Cohen, Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Federico Bergamaschi, Roberto De Francesco, Adolfo Margiotta, Massimo Olcese, Omero Antonutti, Giuseppe Cederna

Tunisia. Nella villa della famiglia Craxi, dieci anni dopo l’ultimo congresso del PSI e la caduta del suo governo, fa irruzione un giovane vestito da militare, un giovane che Craxi riconosce come figlio di Vincenzo, un vecchio amico che lo aveva messo in guardia dalla futura crisi del Partito Socialista. Fausto, questo il nome del ragazzo, ha fatto un lungo viaggio per consegnare una lettera, l’ultima, scritta poco prima di suicidarsi per la vergogna delle appropriazioni indebite.
L’arrivo improvviso di un ragazzo problematico, con i suoi segreti e rancori verso gli uomini che hanno rovinato l’Italia, diventa il pretesto per il Presidente (nessuno viene mai chiamato per nome, nemmeno Craxi e i membri della sua famiglia) di raccontare la sua verità, la sua versione della storia, puntando il dito non sugli uomini, ma sul sistema che lo ha visto a capo di un organico politico marcio e corrotto.
In Hammamet sono gli ultimi anni di vita di Craxi a essere al centro della narrazione umana di Gianni Amelio, in un racconto sulla politica che si fa a-politico, umano e interessato più al lato personale dell’iconica figura che è diventato Craxi con il passare degli anni. A vent’anni dalla sua scomparsa, si indaga nelle ragioni che lo hanno portato al suo esilio volontario, a ciò che avrebbe potuto raccontare il leader del PSI e che invece ha preferito tenere per sé, per non macchiare i nomi di coloro che il suo, invece, non si sono fatti alcun problema a vendere e a lasciar portare l’onta dello scandalo.
I tanto paventati segreti custoditi da Craxi, la sua versione dei fatti, restano una confessione inascoltata, affidata a un pazzo e nascosta in un nastro che nessuno troverà mai. Ma non sono importanti, non quanto il lato umano di un uomo bistrattato e odiato, un uomo che, nei suoi ultimi anni non era altro che una persona malata, il capro espiatorio di un sistema marcio che lo ha additato come unico responsabile.
Il film di Gianni Amelio, con la straordinaria interpretazione di Pierfrancesco Favino (che non lo ricorda fisicamente, ma ne interpreta una versione assolutamente credibile e intensa), non vuole ricordare il politico, colui a cui furono lanciate le monetine, ma l’essere umano lasciato solo, deriso e forse condannato anche per colpe altrui. È un film che non scagiona, ovvio, ma ricorda un aspetto importante: Craxi non era il solo politico invischiato, eppure è stato il solo a pagare davvero.

Non so se è ancora nelle sale, ma se vi capita guardatelo, anche solo per una versione d’insieme su una questione davvero complessa. Se invece lo avete visto, come vi è sembrato?

Fatemi sapere
Federica 💋

C’era una volta… a Hollywood

Buongiorno 😊

Scusate l’assenza, ma la tesi mi sta assorbendo! Spero di riuscire a essere un po’ più presente 😄 Oggi lo sono di sicuro e vi parlo di una versione un po’ speciale di Tarantino!

Titolo
C’era una volta… a Hollywood
Titolo originale
Once Upon a Time… in Hollywood

Regia
Quentin Tarantino
Anno
2019
Genere
Commedia, drammatico
Lingua
Inglese
Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Soggetto
Quentin Tarantino
Sceneggiatura
Quentin Tarantino
Cast
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Margaret Qualley, Timothy Olyphant, Julia Butters, Austin Butler, Dakota Fanning, Bruce Dern, Mike Moh, Luke Perry, Damian Lewis, Al Pacino, Nicholas Hammond, Samantha Robinson, Rafał Zawierucha, Lorenza Izzo, Costa Ronin, Damon Herriman, Lena Dunham, Madisen Beaty, Mikey Madison, James Landry Hébert, Maya Hawke, Victoria Pedretti, Scoot McNairy, Clifton Collins Jr., Dreama Walker, Rachel Redleaf, Rebecca Rittenhouse, Rumer Willis, Spencer Garrett, Clu Gulager, Rebecca Gayheart, Kurt Russell, Zoë Bell, Michael Madsen, Perla Haney-Jardine

Rick Dalton e Cliff Booth sono un attore e la sua controfigura ormai giunti, alla fine degli anni ’60, alla fine anche della loro carriera. Dieci anni prima, grazie al successo nella serie western Bounty Law, sembravano pronti a fare il grande salto verso il Cinema, quello in grande stile e di fama internazionale. Qualcosa però non è andato come entrambi speravano. Tra problemi di alcolismo (per Dalton) e di cattiva reputazione (per Booth), entrambi si ritrovano a barcamenarsi in lavori sottopagati, con Cliff che si è trasformato nel tuttofare dell’amico.
Le cose non vanno bene e Rick si accorge di aver toccato il fondo quando, su suggerimento del produttore con cui spera di lavorare, gli viene presentata l’opportunità di trasferirsi in Italia e prendere parte a degli “Spaghetti Western”, un declassamento che Rick vive molto male, soprattutto perché nella villa accanto alla sua si sono trasferiti il rinomato regista Roman Polanski e la moglie Sharon Tate.
Once Upon A Time… in Hollywood è esattamente ciò che dice il titolo, una favola attraverso la quale Tarantino racconta la Hollywood degli anni Sessanta, con i cambiamenti che il mondo del cinema ha attraversato in quegli anni, e ne reinterpreta gli eventi tragici alla luce di un “Cosa sarebbe successo se…”. Il film, privo dei consueti elementi splatter (almeno fin quasi alla fine, perché stiamo pur sempre parlando di Tarantino e non possono mancare!), si struttura come un’elegia a un tipo di cinematografia che oggi non c’è più, il canto riverente e Romantico per una donna che avrebbe potuto dare tanto e che, con quel potente mezzo qual è la macchina da presa, acquista nuova vita, sia nell’interpretazione di Margot Robbie, sia nella proiezione di Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm, film in cui Sharon Tate ha recitato, seppur in un ruolo minore.
Il film è una ricostruzione nostalgica di un’epoca e di una vita finite nel peggiore dei modi, una dimostrazione del potere fantastico e catartico del cinema, che riesce a cacciare le crudeli macchinazioni del mondo reale per restituirgli un po’ di umanità, una bontà che, purtroppo, non è riuscito ad avere davvero.

Sarebbero 3.5, però alla fine è un bel film!

Voi lo avete visto? Impressioni?
Fatemi sapere 😊

A presto
Federica 💋

Star Wars: L’ascesa di Skywalker

Venerdìììììì!!

Ciao 😊 Scusate ma questa settimana è stata lunghissima per me, ma siamo finalmente alle porte del weekend! Non che si riposi, ma sono due giorni abbastanza calmi.

Oggi prima recensione filmica dell’anno e si parla del controverso (per gli appassionati) ultimo capitolo di Star Wars!

Titolo
Star Wars: L’ascesa di Skywalker
Titolo originale
Star Wars: The Rise of Skywalker
Regia
J. J. Abrams
Anno
2019
Genere
Fantascienza, azione
Lingua
Inglese
Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Soggetto
J. J. Abrams, Chris Terrio, Colin Trevorrow, Derek Connolly & George Lucas (personaggi)
Sceneggiatura
J. J. Abrams, Chris Terrio
Cast
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, Ian McDiarmid, Billy Dee Williams

Per la Galassia circola un messaggio inquietante: Palpatine, l’imperatore, è sopravvissuto all’esplosione della seconda Morte Nera ed è pronto a ricostruire ciò che gli è stato portato via trent’anni prima. Kylo Ren, ora comandante supremo del Nuovo Ordine, si mette alla sua ricerca, convinto che voglia sottrargli il controllo dell’Universo.
Giunto su Exelor, il pianeta roccaforte dei Sith, tuttavia, Kylo Ren scopre che è sempre stato Palpatine a guardare l’Ordine, attraverso la figura di Snoke, e che ora può finalmente regnare con lui, sempre che prima uccida Rey, l’ultima vera Jedi rimasta.
Nel frattempo, però, anche la Resistenza è alla ricerca di Palpatine e del tracciatore in grado di condurli a Exelor, per mettere fine ai Sith e alla loro sete di potere, liberando così la Galassia una volta per tutte. Rey, l’ex Stormtrooper Finn, Poe Dameron, Chewbecca e gli androidi BB-8, R2-D2 e C-3PO partono per recuperare il tracciatore, mettendosi senza saperlo sulle tracce del passato e della vita della giovane Jedi, legata a doppio filo non solo a Kylo Ren, ma anche a Palpatine.
Star Wars: L’ascesa di Skywalker è l’episodio conclusivo di questa trilogia sequel nell’universo di Star Wars e, non me ne vogliano i cultori, l’ho trovato un bel film! Visivamente impressionante, nelle scene ambientate nelle spazio quanto in quelle sui diversi pianeti toccati, credo che in questo aspetto riprenda tutti i caratteri che hanno reso impressionante la prima trilogia e ne rispetti le idee di partenza. Anche a livello di tematiche affrontate ci si trova di fronte a un ampio spettro di possibilità di interpretazioni, nonché di spunti niente male, primo tra tutti il concetto di dicotomia, che mette per la prima volta in comunione i due aspetti della Forza, quei Lati che sono sempre sembrati inconciliabili ma che alla fine generano il tanto cercato Equilibrio.
Personalmente, ho apprezzato tanto i personaggi di Rey e Ben (Kylo Ren), perché funzionano bene insieme e mi aspettavo quel risvolto finale (in tutto ciò che avviene tra e con loro, perché di indizi ce ne sono a bizzeffe nel film per capire già prima cosa succederà). So che il rapporto tra loro è stato oggetto di nasi arricciati e critiche, ma è un aspetto che caratterizza i prodotti di J. J. Abrams e che immaginavo avrebbe riportato anche nell’intoccabile mondo dei Jedi/Sith, quella malcelata considerazione dei sentimenti come un qualcosa di secondario rispetto alla via della Forza (e che a suo tempo ha iniziato il cammino di Anakin Skywalker verso il Lato Oscuro).
Cosa che, invece, non mi ha convinta ma che, anzi, mi ha un po’ delusa è stato il dover sottolineare la presenza di certe “preferenze” e la mancanza di esse all’interno del film. Parlo, in primo, della scomparsa del rapporto tra Rose e Finn iniziata nel capitolo precedente (quando lei lo salva da morte certa, dichiarandogli il suo amore) e che qui appare esattamente per ciò che era: il contentino alle comunità afro e orientali, nonché dell’amore senza distinzioni di colore. Secondo, il passaggio di un secondo netto in cui si vede un bacio saffico, a testimonianza che anche Star Wars sostiene la comunità LGBT. Ebbene, a mio avviso, entrambe erano sottolineature inutili e per una semplice ragione: i prodotti Star Wars, con tutta la varietà aliena presentata in ben nove film, è sempre stata il baluardo della diversità e del rapporto tra persone con caratteristiche fisiche diverse e non aveva bisogno di queste sterili testimonianze. Anzi, lo hanno un po’ penalizzato, perché è sintomo di una perdita della grandezza di questa immensa saga, da sempre capace di testimoniare ciò che qui si sono sentiti in dovere di puntualizzare, come a dire “Visto, ci teniamo. Ora godetevi il film”. Va beh…

A parte quell’ultimo aspetto, mi è piaciuto, molto! Tra qualche anno sarà bello rivedere tutti i film, in un’unica carrellata 😊 Ma non sarà presto!

Voi lo avete visto? Piaciuto o detestato?

Federica 💋