Sex Education [2ª Stagione]

Ciao 😊 buon venerdì a tutti!

Finalmente, con la tesi ultimata, sono riuscita a recuperare almeno una tra le serie arretrate! Iniziamo dalla prima!

Titolo
Sex Education
Ideatori
Laurie Nunn
Paese
Regno Unito
Anno
2019—
Genere
Commedia, drammatica
Stagioni
2
Episodi

16
Lingua
Inglese
Cast
Asa Butterfield, Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Emma Mackey, Connor Swindells, Kedar Williams-Stirling, Alistair Petrie, Mimi Keene, Aimee Lou Wood, Chaneil Kular, Simone Ashley, Tanya Reynolds, Mikael Persbrandt, Patricia Allison, James Purefoy

L’anno di scuola ricomincia e Otis ritorna senza più la clinica a tenerlo occupato, né Maeve, cacciata a causa del fratello e dello spaccio al ballo di fine anno. Ma se prima non aveva idea del perché gli adolescenti fossero tanto ossessionati dal sesso, adesso che ha una ragazza per Otis si è aperta una nuova fase nella scoperta della propria sessualità. Ma tutta questa concentrazione su se stesso lo porta a non capire i bisogni di Ola, mettendo in difficoltà il loro rapporto e aprendo per entrambi nuovi orizzonti.
Ma poi a scuola si diffonde la clamidia e tra falsi miti, fake news e allarmismi generali, Otis ricomincia a dare consigli, superato però da sua madre, chiamata come consulente scolastica per mettere un punto fermo a tutte le sciocchezze che circolano tra le mura scolastiche.
A fare ritorno è anche Maeve che, facendosi valere e ripagando i torti subiti, ottiene il suo posto a scuola nella classe di letteratura avanzata e nella squadra di “tuttologi” da quiz della scuola, lavorando insieme per provare anche a ricostruire un rapporto con sua madre e sua sorella minore. Un rapporto che viene messo in crisi dagli errori del passato e del presente.
Come nella stagione precedente, la serie ruota attorno a diverse coppie, come Otis e Ola, Ola e Lily, Eric e Rahim (nonché Eric e Adam), e Jackson e Vivienne, il belloccio e la secchiona che escono dai classici cliché delle storie adolescenziali. Ma è anche un focus sui singoli personaggi, raccontando sfaccettature ed esperienze vissute e che comunque hanno a che vedere con la sessualità, puntando il dito su aspetti più spiacevoli e comunque provanti, disturbanti per i soggetti più fragili. Un aspetto, questo, che differenzia la stagione dalla precedente e che rende la serie un po’ più terra terra.
Altra differenza sono gli estenuanti richiami al luogo in cui si trovano e che si fanno prolissi, come se avessero ascoltato le critiche e avessero cercato di porre rimedio, ma in modo troppo pronunciato, arrivando a saturare la serie con la loro inutilità. Se prima non ce n’erano, adesso ce ne sono troppi e non fanno che rendere lenta la storia e senza aggiungere nulla di ché.
Insomma, invece di migliorare, Sex Education perde l’originalità che la caratterizzava e va a mettere in crisi dei rapporti che forse avrebbero dovuto essere semplificati e non complicati, come invece accade tra Otis e Maeve. Si poteva chiudere anche con due stagioni, ma qui si evince che si vuole continuare ancora una volta, magari aggiungendo altri tasselli che, per me, potevano anche non esserci.

Beh un calo drastico dalla prima stagione!

Voi l’avete vista?

Federica 💋

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Non è romantico?

Buongiorno e buon lunedì!

Riportiamo con una nuova settimana all’insegna del cinema! Oggi vi porto in una New York molto romantica e molto zuccherosa 😊

Titolo
Non è romantico?
Titolo originale
Isn’t It Romantic

Regia
Todd Strauss-Schulson
Anno
2019
Genere
Commedia, sentimentale
Lingua
Inglese

Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Sceneggiatura
Erin Cardillo, Dana Fox e Katie Silberman
Cast
Rebel Wilson, Liam Hemsworth, Adam DeVine, Priyanka Chopra, Brandon Scott Jones, Betty Gilpin

Natalie è una giovane architetto, insoddisfatta della propria carriera a causa dello sfruttamento che deve sopportare al lavoro e che la vide messa da parte praticamente in ogni occasione, una volta da chi è più popolare di lei, un’altra da chi è più ricco. Per fortuna ci sono i suoi colleghi Whitney, una scansafatiche cronica e fan sfegatata delle commedie romantiche, e Josh, segretamente innamorato di Natalie e costantemente rimbalzato nella friendzone.
Ma non è solo il lavoro a rendere pessima la vita di Natalie, perché anche tutte le carinerie e i lieto-fine propinati dalle commedie tanto amate da Whitney sono per lei fonte di un odio puro e incredibile. La vita reale, per Natalie, non assomiglia affatto a quello che si vede nei film, tanto che quando le capita di incontrare il “Principe azzurro” questo la snobba, scambiandola per la ragazza che porta i caffè e non per un architetto.
Quello che però Natalie non sa è che presto, da una rapina in metropolitana, la sua intera esistenza cambierà in un modo imprevedibile. Risvegliatasi in un ospedale meraviglioso, tutto le appare più bello, ogni persona che incontra la tratta da principessa e persino l’aria di New York è diversa. Come Natalie afferma, ora sa di fiori e zucchero, non più di m… ehm, non puzza più. Insomma, dopo una botta in testa, la sua vita si è trasformata in una dannata commedia romantica!
Una commedia divertente, frizzante e sboccata tanto quanto la sua protagonista, Non è romantico è la parodia delle classiche commedie romantiche pur continuando a far parte di questo genere. Ne dissacra i miti, i cliché e i personaggi stereotipati fino all’inverosimile, ridicolizzandoli mentre ne ripropone degli esempi fedeli e ne segue le classiche trame. È la commedia anti-commedia, che non è scurrile né volgare solo perché esistono i bip fuoricampo per coprire il pessimo linguaggio di Natalie, interpretata da Rebel Wilson e dalla sua recitazione sempre comica e dissacrante. La sua interpretazione è una di quelle che non amo maggiormente, perché non mi piace proprio l’approccio e lo stile comico che ha… Ok, lei rappresenta l’antitesi di una classica protagonista da commedia romantica, ma avrebbero potuto gestirla in maniera diversa. Così come avrebbe potuto ridicolizzare in maniera meno “stupida” lo stereotipo dell’uomo ricco, bello e di successo o quello della rivalità tra colleghe. Capisco che sia fatto apposta per ridicolizzare l’irrealismo di certe commedie, ma lo avrei apprezzato di più se fosse stato fatto un altro modo.
Al di là del tipo di comicità, volutamente sopra le righe e tipica delle comedy americane, quello che mi è piaciuto di questo film è il messaggio di fondo, l’idea di non dover aspettare per forza il principe azzurro per trasformarsi nelle vere protagoniste della propria vita, né che si debba essere al centro di una storia romance per trovare l’amore ed essere felici. Come Natalie si accorge, basta un po’ di sicurezza in se stessi e dell’amor proprio per cambiare esistenza, anche se la realtà resta sempre la stessa.

Ovviamente è fatto apposta per dissacrare le commedie che tanto mi piacciono e che a volte sono davvero assurde. Voi lo avete visto? Impressioni?

Intanto grazie per essere passati a leggere la recensione!

Per oggi è tutto, ma noi ci risentiamo domani, per continuare questa settimana di agosto tra libri e serie tv 😊

Passato una buona giornata
Federica 💋

“Un secondo, primo Natale” di Silvia Devitofrancesco

Ciao 🤶

Nuovo giorno, nuova storia! Il libro di oggi è un gran passo avanti rispetto a ieri, sia perché già un po’ lo conosciamo (ve l’ho segnalato due anni fa), sia perché, ora che è arrivato il momento di scoprirlo fino in fondo, ho trovato un vero Christmas tale!

cover-s-dTitolo
Un secondo, primo Natale
Autore

Silvia Devitofrancesco
Editore
Amazon Self Publishing
Anno
2016
Genere
Commedia romantica
Formato
Cartaceo ~ Ebook
Pagine
168
Prezzo
1,99€ (ebook ~ gratis con Kindle Unlimited) ~ 10,39€ (cartaceo)
Acquisto
Amazon

Da quando il suo fidanzato Bruce l’ha tradita con la sua migliore amica Shelly proprio la sera del 24 dicembre, Apple Horn odia il Natale con tutta se stessa. E se un aitante uomo con un ridicolo cappello da elfo sulla testa bussasse alla sua porta? Steve, fondatore del servizio gratuito “Secondo, primo Natale” ha una missione da compiere: trasformare la gelida fanciulla in una Christmas Lover Doc, step by step. Tra iniziali perplessità, abeti da addobbare, batticuore e paure da vincere riuscirà la diffidente Apple a fidarsi dell’intrigante Steve? E il loro sarà destinato a restare solo un rapporto puramente formale?

È verità universalmente riconosciuta che una serata iniziata male può solo terminare peggio.
Non credevo a questa leggenda metropolitana fino a quando, purtroppo, sono state le circostanze della vita a smentirmi in toto.

Apple adorava il Natale, almeno fino a quando Bruce, l’amore della sua vita, ha pensato bene di presentarsi con un pacchetto di Tiffany in mano e… Le tracce di rossetto di un’altra sulla camicia. Da quel momento per Apple le feste di Natale diventano l’occasione per ricordare il tradimento subito, ma anche per vedere, in tutta la loro forza, le conseguenze che quella rottura ha avuto sulla sua vita e sul suo lavoro.

Per quale motivo odio il Natale?
Mettetevi comodi e vi racconterò quale evento nefasto si è abbattuto su di me la vigilia di Natale di due anni fa, quando ero ancora una comica incapace di far ridere.

Apple infatti, da comica un po’ in crisi, si ritrova a lavorare per un call center di oroscopi a cui nessuno telefona mai e a fingere di passare le feste con la sua migliore amica in una qualche meta caraibica per evitare il temuto pranzo natalizio con madre, zia e cugina, tutte pronte a rendere la giornata un inferno.
Ma questo Natale riserbo molti cambiamenti per Apple! Lo sai su oroscopo, lo sa la sua migliore amica e, purtroppo, lo scopri pure lei quando alla sua porta si presenta Steve, responsabile dell’associazione “Secondo, primo Natale” e un vero estimatore del periodo natalizio, tanto da presentarsi con indosso un cappello da elfo.

Un folle. In casa mia ha appena fatto irruzione un folle. Bellissimo, certo, ma pur sempre un folle.

A dispetto di quanto dice, Apple è una protagonista davvero spiritosa e divertente, nelle reazioni quanto nel suo rapporto di amore e odio con Steve. Mi è piaciuta anche per la sua cinica insicurezza: la storia e la rottura con Bruce non solo le ha fatto odiare il Natale, ma le ha anche fatto mettere in discussione se stessa, come donna e come comica, lasciandola in un limbo di oroscopi e risentimento.
Un limbo in cui fai lozione un vero e proprio elfo di babbo Natale di nome Steve, un personaggio che, grazie alla sua tenacia e alla convinzione Che il Natale (di per sé) sia il più bel periodo dell’anno, riesce a far breccia nella simpatia di chi legge, oltre che nell’appartamento di Apple. Tra i due è lui che ho adorato e mi sarebbe piaciuto approfondire di più la sua storia (Perché non è poi così scontata l’origine del suo essere un Christmas Lover doc), nonché leggere più spesso dal suo punto di vista, magari anche solo qualche pagina in più.
Un secondo, primo Natale è un romanzo carino, che si legge anche in una giornata e che fa ode al periodo delle feste come al momento in cui tutto può succedere in cui si può capire che a volte non sono gli altri a ostacolarci, ma lo facciamo noi stessi!
Mi sarebbe piaciuto, tuttavia, che fosse un pochino più lungo e che Steve avesse una voce un po’ più presente. Questi due aspetti lo avrebbero reso davvero perfetto.

Sarebbe 3.5 ombrellini in realtà, ma il mezzo da me non esiste, quindi si arrotonda… Per eccesso questa volta, perché mi sento una Christmas Lover doc anche io (e perché Steve è adorabile)!

E voi cosa siete? Grinch o elfi di Babbo Natale?

Federica 💋

Christmas Wedding Planner

Ciao a tutti!

Eccomi di nuovo con le recensioni natalizie! E si ritorna con un film made by Netflix (che potevano anche non fare!)!

Titolo
Matrimonio sulla neve
Titolo originale
Christmas Wedding Planner
Regia
Justin G. Dyck
Anno
2017
Genere
Commedia romantica
Lingua
Inglese

Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Soggetto
Justin G. Dyck
Sceneggiatura
Keith Cooper, Rebecca Lamarche
Cast
Jocelyn Hudon, Stephen Huszar, Kelly Rutherford, Rebecca Dalton, Eric Hicks, Joey Fatone, Melinda Shankar, Gabrielle Graham, Samantha Helt, Ted Atherton, Celeste Desjardins, Joseph Cannata, Meghan Heffern, Mélanie St-Pierre, Taylor David, Severn Thompson, Brian Scott Carleton, Michael Romano

L’arrivo di un affascinante investigatore privato che deve rovinare uno dei suoi incarichi più importanti, sconvolge il mondo di una wedding planner.

Kelsey vuole diventare una Wedding planner e per iniziare la sua attività non esiste occasione migliore se non quella del matrimonio di sua cugina Emily.
Ma i preparativi, quasi giunti alla fine, subiscono una svolta imprevista all’arrivo di Connor, misterioso ex di Emily che sembra avere intenzione di rovinare la festa, tutto solo con la scusa di essere stato chiamato per quello. Perché lui è un investigatore privato che qualcuno lo ha assunto per indagare su Todd, il fantastico, meraviglioso e perfetto futuro sposo.
E Kesey, dapprima scettica, si ritrova ad aiutarlo per scoprire se i suoi sospetti sono reali oppure no, per capire se quello che ha visto con i suoi occhi è solo un fraintendimento oppure c’è qualcosa sotto che Emily deve assolutamente sapere.
Fin qui, cioè a un quarto d’ora dall’inizio, la trama sembrava carina, scontata certo, però la classica commedia rosa a sfondo natalizio. Peccato che, dopo la svolta che dovrebbe portare alla parte centrale del film (l’indagine e la collaborazione tra Connor e Kesey), il tutto scade nella più piatta sequela di stereotipi mai vista. Già ce n’erano, della zia esigente e un po’… Beh stronza, al pasticcere così perfezionista e pignolo da rasentare la sociopatia (per non parlare delle tre damigelle d’onore, definite “la gelosa”, “l’acida” e “la maldestra”), però diventano il fulcro attorno al quale ruota il film, accompagnato da una recitazione che, tanto nelle azioni quanto nei dialoghi, sfiora l’assurdo. E questo è evidente soprattutto nel personaggio di Connor, l’uomo che dovrebbe essere il figo della situazione ma che a conti fatti appare sempre o con una faccia da scemo (poco adatta al lavoro che dice di fare) o con l’espressione da cucciolo bisognoso d’affetto, con tanto di occhi lucidi. Gli mancava il naso umido e il quadro canino sarebbe stato completo…
Nota dolente, quanto apoteosi dell’assurdo, il finale risulta addirittura troppo scontato, melenso fino all’inverosimile e con il classico lieto fine che diventa la dose di zucchero necessaria a dare il colpo di grazia a un film diabetico.

Per la prima volta stavo valutando l’idea di non dare nemmeno un ombrellino… Niente pioggia, nemmeno quella inesistente. Però poi mi son detta che, per l’amore che ho per le giornate di sole, non potevo fare loro un torto simile! Perciò, ecco, il minimo sindacale, però ve lo super, super sconsiglio!

Aaaah… Abbiamo toccato il fondo, ma c’è una consolazione. Dopo, si può solo migliorare!

A domani
Federica 💋

Il calendario di Natale

Buongiorno 😊

Il primo post a tema natalizio gira attorno a un calendario dell’Avvento un po’ particolare!

Titolo
Il calendario di Natale
Titolo originale
The Holiday Calendar

Regia
Bradley Walsh
Anno
2018
Genere
Sentimentale
Lingua
Inglese

Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Sceneggiatura
Amyn Kaderali
Cast
Kat Graham, Quincy Brown, Ethan Peck, Ron Cephas Jones, Genelle Williams, Kevin Hanchard, Laura de Carteret, Rodrigo Fernandez-Stoll, Ali Hassan, Nicola Correia-Damude, Romaine Waite, Harris Shore

Tutti abbiamo avuto un calendario dell’Avvento da piccoli, ma mai nessuno dei nostri avrebbe potuto essere come quello che Abby, una giovane fotografa alla ricerca della sua strada, riceve in dono da suo nonno all’inizio del mese. Nessun calendario è altrettanto grande, né altrettanto magico.
Perché quella casetta in stile natalizio, le cui finestrelle si aprono da sole una volta al giorno, mostra a Abby ciò che le accadrà durante la giornata attraverso piccoli oggettini dalle forme più diverse. È così che un paio di stivali, uno schiaccianoci, i tre saggi e tutte le altre previsioni del calendario la portano, giorno dopo giorno, a cambiare la sua vita in modo inaspettato, a ottenere ciò che desidera di più al mondo. E per lei, tra la ricerca dell’amore e la realizzazione del suo sogno di aprire un atelier fotografico, i ventiquattro giorni prima di Natale si tingono di sorprese.
Peccato che, sin dall’inizio, Il calendario di Natale, sia una successione di scene scontate e prevedibili, a partire dal rapporto ambiguo tra Abby e il suo migliore amico Josh, blogger e fotografo di viaggi rientrato a casa per restarvi. Tra loro, infatti, qualunque cosa succeda, si è sempre sul filo tra amicizia e amore, persino quando si inserisce il terzo incomodo. Ty, un fascinoso dottore single, è uno di quei personaggi senza il quale la trama non avrebbe risentito della sua assenza (e  di cui avrei fatto volentieri a meno), ma che invece, essendo presente, rende la storia stereotipata, il tipico triangolo amoroso dove, però, il vertice di Ty è piatto, vuoto, superficiale. Un tratto che il film stesso riconosce (quindi perché metterlo?!).
Carino e interessante, invece, è il personaggio di Josh, l’eterno amico, il friendzonato che credeva di essere il Lui della situazione, il ragazzo che Abby ha sempre aspettato. Benché sia scontato il finale romantico e Josh funzioni secondo i cliché del genere, è, anche rispetto alla stessa Abby, un personaggio che convince ed è quello che mi è piaciuto di più. Tutt’altra storia, invece, per Abby e per suo nonno…
In genere, nei film di Natale, c’è sempre un signore anziano che dà inizio agli eventi magici che accadono ai protagonisti e, sempre in genere, questo signore è babbo natale (o lo spirito del Natale) sotto mentite spoglie. Qui questo ruolo spetta al nonno di Abby, ma non funziona poi bene come strategia, perché toglie tanto all’aspetto mistico/magico del periodo. Una mancanza che finisce per condizionare anche la protagonista. Abby non funziona, è l’eterna indecisa, una ragazza che non riesce a prendere in mano la sua vita, né a farsi valere, non con i suoi pressanti genitori, con gli altri e persino con se stessa.
E in tutto questo si perde l’aspetto più importante: lo spirito natalizio! Perché, fatta eccezione per il calendario dell’avvento (che a un certo punto sparisce pure), non c’è nessun altro aspetto del film che faccia sentire la magia, il calore del Natale. Ambientato in un altro periodo, senza neve, elfi, alberi e quant’altro, la storia avrebbe funzionato lo stesso. Anzi, forse, senza l’obbligo dell’ambientazione innevata, ci avrebbe persino guadagnato.

Questo Natale Netflix inizia in sordina e non riesce, secondo me, a centrare l’obiettivo con questo primo film! Ho speranza però nei prossimi che rilascerà per tutto il mese. Domani ne vediamo già un altro ma, tra tutti i film natalizi mai prodotti, voi ne avete uno preferito? Qual è il vostro Classico di Natale?

A domani
Federica 💋