“Les Tentacules du Mal” di Pierre Bottero

Buongiorno 😊

Dopo aver parlato solo di film, oggi finalmente si ritorna a parlare di libri! E il protagonista è l’ultimo volume della saga fantasy di Pierre Bottero, autore francese che con la storia di Ewilan mi ha regalato una delle mie saghe preferite!

Titolo
Les Tentacules du Mal
Autore
Pierre Bottero
Saga
Les Mondes d’Ewilan
Editore
Rageot Poche
Anno
2007
Genere
Fantasy
Formato

Cartaceo
Pagine

411

Ewilan e i suoi compagni proseguono il loro viaggio verso Valingaï, e la loro triplice missione: riportare Illian dalla sua famiglia, ritrovare Altan e Élicia Gil’ Sayan e annientare la medusa che sta occupando l’Immaginazione. Attraverso i pericoli del deserto di Ourou, raggiungono la città di Hurindaï, presto attaccata e distrutta dall’esercito di Valingaï. Gli Alaviriani sfuggono per miracolo alla morte e riprendono il loro viaggio. È a Valingaï, sulla sabbia delle arene, che i destini di Ewilan, dei suoi amici, di Éléa Ril’ Morienval e della medusa si scontrano per l’ultima volta, in un confronto senza pietà. Un confronto che farà luce sul passato e sul quale si giocherà il futuro di un mondo.

Il viaggio finale verso l’ultimo scontro, il confronto tra Ewilan e la mostruosa medusa Ahmour, ha inizio e per lei e il gruppo che la accompagna (composto da suo fratello Mathieu, da Salim, dal maestro d’armi Edwin e da sua sorella Siam, dalla Marcheombre Ellana, dal cavaliere Bjorn, da maestro Duom, dal guaritore Artis Valpierre e dal piccolo Illian) si prospettano sin da subito delle difficoltà impossibili da eludere. Non appena i dieci compagni mettono piede nella nuova e inesplorata regione al di là del mare si ritrovano circondati da pericoli, costretti ad affrontare mostri la cui crudeltà eguaglia quella degli abitanti di Valingaï, la città che li attende oltre lo sconfinato deserto e dove tutto, dagli affari in sospeso del passato agli eventi più recenti e ancora dolorosi, arriverà alla propria resa dei conti. E lì si compirà anche il destino per cui Ewilan si è messa in viaggio.
Ma le prove li attendono anche prima di giungere alla loro ultima destinazione, perché Ahmour, la mostruosa creatura che sta invadendo l’Immaginazione (la dimensione grazie alla quale chi possiede il Dono del disegno può rendere reale ciò che immagina) per attraversare la barriera che la separa dalla realtà e conquistare il loro mondo, ha tentacoli ed emissari ovunque, nemici che si presentano seguaci del suo culto, preti coperti da vesti nere capaci di imporre la loro volontà a ciò che li circonda (umani e non), compreso il togliere la vita. E tutto con una semplice parola.
Come caratteristica comune con i due precedenti volumi (La Forêt des Captifs e L’Œil d’Otolep), anche ne Lei Tentacules du Mal gran parte della narrazione è dedicata al viaggio, alle peregrinazioni che portano i personaggi a sfidare i loro limiti, a dimostrare ciò che sono disposti a fare per portare a termine il compito che è stato loro affidato. Ma più il cammino li conduce verso la città che desiderano raggiungere, più le speranze si fanno esili e loro sono meno certi di poter, ancora una volta, salvare loro stessi e il mondo.
Sono incerti, in una vulnerabilità che mi ha fatto adorare questi personaggi ancora di più perché, nonostante la paura per la situazione disperata e benché i nemici siano più numerosi e potenti, alla fine nessuno nel gruppo si tira indietro nel momento del bisogno. Quale che sia il prezzo, tutti affrontano lo scontro finale al meglio delle loro forze, delle loro possibilità, senza dimenticare ciò che conta davvero: vivere appieno, essere consapevoli di avere sempre una scelta, nonché di poter sempre confidare negli altri e nei sentimenti che si prova.

C’est le lot des garçons que de vivre, incompris, des histoires d’amour dramatiques. […] Nous en sommes réduits à réciter, dans les cavernes désertes de nos cœurs dévastés, des odes qui pourtant les feraient vibrer si elles prenaient le temps de les écouter. Nous nous jetons à leur pieds, elles nous tournent le dos. Nous brûlons d’une flamme haute et pure, elle ne s’y réchauffent pas. Les hommes sont des poètes méprisés!

Come sempre, lo stile di Pierre Bottero, con la narrazione in terza persona che ci porta a scoprire i pensieri di tutti i protagonisti, rende la lettura piacevole oltre che scorrevole. Ci si sente coinvolti nelle sfide che devono affrontare, negli inganni che li attendono lungo la strada e che rischiano di dividerli, sia durante il viaggio vero e proprio, sia a Valingaï, dove i pericoli mortali si nascondono ovunque.
Come ultimo volume di una trilogia che mi è piaciuta tantissimo (meglio esalogia, perché tutto parte dai tre libri de La quête d’Ewilan), e i cui personaggi resteranno tra i miei preferiti di sempre, devo però ammettere di aver trovato il suo finale un po’ affrettato, come costretto ad abbreviare i tempi per chiudere la vicenda e archiviare i conti in sospeso (come quelli con Éléa Ril’ Morienval, la cattiva storica della serie legata a Ewilan), come se l’autore avesse deciso di salutare senza tanti complimenti il mondo di Gwendalavir. Un aspetto, questo, di cui mi dispiace parecchio, perché stride un po’ con il ritmo incalzante che ha da sempre caratterizzato la narrazione.
Ciò nonostante, mi ha lasciata con quel giusto senso di tristezza che si prova nel separarsi per l’ultima volta da personaggi cui ci si è affezionati. Di questa saga, e serie, mi mancherà tutto, dai suoi protagonisti alla semplicità, alla sorprendente dolcezza, con la quale Bottero è riuscito a prendersi il suo (meritato) posto nel mio cuore di lettrice!

Andando a cercare, in realtà, ho scoperto che esistono altre due trilogie, conclusive davvero questa volta dell’intera serie dedicata al mondo fantasy di Gwendalavir. Per quanto tentata, non credo che le leggerò… Ho paura che, trattando storie parallele, potrebbero mettere in discussione tutto ciò che di bello rappresentano per me i libri di Pierro Bottero!

Credete che sia una cosa sciocca? O vi è capitato di lasciar perdere i libri di un autore che adorate per il mio stesso motivo?

Federica 💋

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“L’Œil d’Otolep” di Pierre Bottero

Buongiorno e buon inizio settimana!

Oggi inizio con la recensione di un libro che fa parte dei miei 12 per Libera Lo Scaffale di quest’anno e che è il secondo volume di una saga inedita in Italia, Les Mondes d’Ewilan di Pierre Bottero.

Titolo
L’Œil d’Otolep
Autore
Pierre Bottero
Saga
Les Mondes d’Ewilan
Editore
Roget Poche
Anno
2007
Genere
Fantasy, avventura
Formato

Cartaceo
Pagine

317

Di ritorno a Gwendalavir, Ewilan scopre che una medusa dai tentacoli mortali cerca di invade l’Immaginazione. E mentre un male oscuro attacca il suo corpo, si unisce alla spedizione per Valingaï per riportare Illian, un ragazzino dai poteri incredibili, a casa. Dopo aver combattuto dei terribili nemici, il gruppo arriva ai confini dell’Impero, davanti all’occhio d’Otolep. Questo lago mitico, dalle acque misteriose, libererà Ewilan dal parassita che la sta distruggendo poco a poco?

Fatto ritorno a Gwendalavir dopo essere sopravvissuta alla prigionia nell’Istituzione, Ewilan riprende la propria vita di quindicenne, frequentando l’Accademia della capitale, conoscendo e stringendo amicizia con ragazzi e ragazze della sua età. Ma dentro di lei, dopo la scoperta che esiste un altro regno al di là del deserto di Ouro e che il giovane Illian (conosciuto e salvato nell’Istituzione) da lì proviene e vi vuole fare ritorno, sente crescere una spinta, un desiderio crescente di fare parte della spedizione che intraprenderà proprio quel viaggio. È di vitale importanza che lei partecipi, è nel suo destino.
Ma se all’inizio è solo Ewilan a esserne convinta, mentre i suoi amici e protettori fanno di tutto per mantenere la sua vita tranquilla, è la comparsa di un nuovo terribile nemico che li spinge a cambiare idea e ad accettare la richiesta della protagonista. Perché questa volta il suo incredibile dono nell’Arte del Disegno, sembra essere il solo capace di contrastare l’orribile creatura che infesta le Spire (il luogo etereo dell’Immaginazione dove Ewilan e tutti i disegnatori si recano per disegnare): una medusa nera, dai tentacoli assassini, che sta cercando di invadere la realtà.
Come nel primo volume della saga (La forêt des Captifs) e nella prima trilogia (La Quête d’Ewilan), all’avventura di Ewilan e del giovane Illian si uniscono tutti i personaggi che fanno parte della storia sin dal suo esordio, sottolineando (come vi dicevo anche nella scorsa recensione di quest’autore) il carattere collettivo degli eventi e dei ruoli, perché è giusto che Ewilan sia al centro dell’azione, ma non può sconfiggere i pericoli con le sue sole forze e per questo ha bisogno di Salim, Edwin, Ellana, maestro Duom e altri vecchi amici che ritrovano il loro posto nella storia dopo essersi allontanati per un po’.
E il loro viaggio insieme li porta verso le rive del misterioso lago chiamato l’Œil d’Otolep (l’Occhio di Otolep), un luogo di cui tutti hanno sentito parlare ma a cui solo in pochi sono giunti.

Puis l’Œil d’Otolep apparut.
C’était une immensité liquide d’un bleu inouï, parfaitement étale. Un monde aquatique cerné des rochers blancs surplombant sur sa surface de plusieurs dizaines de mètres et de plages de pierre qui glissaient sans un remous dans ses profondeurs. Aucune trace de vie sur ses berges ou en son cœur.
De la pierre et de l’eau.
Du blanc et du bleu.
Au-delà de l’envisageable.

Il lago è un luogo sacro, legato direttamente all’Immaginazione e che permette di raggiungere le sue sponde solo a coloro che ne proteggono i confini e la rispettano. Un posto che Ewilan deve assolutamente raggiungere, se vuole sapere come sconfiggere il mostro nelle Spire e chi ne è all’origine, ma, soprattutto, se vuole sopravvivere. Perché qualcuno è disposto a tutto pur di ucciderla e ci sta quasi riuscendo.

La lumière, qui filtrait au travers des frondaisons en longs rais parallèles, éclatait sur le sol en flaques mordorées tandis que les points lumineux des insectes et des grains de pollen virevoltaient entre ombre et clarté.
L’ensemble dégageait un sentiment de sérénité qui donnait envie de s’asseoir pour ses perdre dans une méditation contemplative sans fin.

Io, personalmente, adoro questa saga e i suoi personaggi, perché danno un senso di comunione a una avventura che pesa tutta sulle spalle della protagonista, ma anche perché la presenza di un gruppo ricorda alla stessa Ewilan che certe volte lei non è altro che una giovane ragazza che sta crescendo, che ancora deve capire tutti gli aspetti della vita e che certe decisioni o eventi si ripercuotono sulle esistenze delle persone in modo diverso da ciò che lei sente debba essere fatto. E qui arriva la parte che meno mi ha convinta nel libro.
Perché ad un certo punto, di fronte alla decisione se rientrare a casa di fronte al pericolo o continuare la missione, è lei sola a decidere per tutti, ingannando e mentendo a coloro che le sono sempre rimasti accanto in ogni circostanza, anche le più disperate e difficili. È questo ad avermi un po’ delusa di lei, perché questa decisione arriva subito dopo il suo passaggio (a livello emotivo e umano) all’età adulta e avrei preferito che, almeno, avesse dato ai suoi amici il beneficio del dubbio, concedendo loro di scegliere per loro stessi, dati pericoli che li attendono.

Non so quanti di voi conoscano il francese, e leggano in francese soprattutto, ma è una serie e un autore che non smetterò mai di consigliarvi! Peccato che mi manchi solo un volume 🙈

Vi auguro una buona giornata
Federica 💋

“La Forêt des Captifs” di Pierre Bottero

Buongiorno 😊

Dopo il fumetto di ieri, oggi si passa a un libro inedito in Italia. È La Forêt des Captifs di Pierre Bottero, il primo volume della seconda saga incentrata su Ewilan e sul mondo fantastico di Gwendalavir! Della prima saga, La quête d’Ewilan vi ho detto qualcosa tempo fa (=> qui <= e => qui <=), però ci sta un recap generale 😉

Nella trilogia La quête d’Ewilan, Camille e l’amico Salim scoprono l’esistenza di un mondo parallelo alla Terra, Gwendalavir, dove alcune persone possiedono l’arte del Disegno, l’abilità di rendere reale tutto ciò che viene immaginato nella propria mente. Ben presto Camille scopre di essere originaria di Gwendalavir (il cui vero nome è Ewilan) e parte alla ricerca dei genitori scomparsi da quattordici anni insieme a Salim e a un gruppo di eroi, avventurandosi alla scoperta di un mondo magico e pericoloso, dove creature mostruose e traditori mettono a rischio le vite di tutti loro. Ritrovati i genitori, però, la battaglia non è ancora finita, perché Eléa Ril’ Morienval ha in mente di distruggere la ragazza e conquistare Gwendalavir con un esercito di mostri.

Questa, a grandi linee, è la trama della prima trilogia (senza spoiler)! E ora inizia la nuova avventura!

Titolo
La Forêt des Captifs
Autore
Pierre Bottero
Saga

Les Mondes d’Ewilan
Editore
Rageot

Anno
2007
Genere
Fantasy
Formato

Cartaceo
Pagine

311
Prezzo
7,90€

Acquisto
AbeBook

Mentre i suoi genitori esplorano dei territori selvaggi nell’altro mondo, Ewilan è fatta prigioniera sulla Terra da una sinistra Istituzione. Nel cuore del laboratorio clandestino, la Sentinella traditrice Eléa Ril’ Morienval prepara il proprio ritorno a Gwendalavir, che è sempre più decisa a conquistare.
Traumatizzata e resa impotente da esperienze terribili, Ewilan può fare affidamento solo sul coraggio di Salim e sul sacrificio di un vassallo. Dovrà imparare a pazientare sotto le cure di un vecchio eremita per ritrovare le sue forze. Solo allora suoneranno le campane della vendetta.

Mesi dopo aver messo in fuga Eléa Ril’ Morienval da Gwendalavir e aver ritrovato tutta la sua famiglia, Ewilan, accompagnata dal più che amico Salim, decide di prendersi una vacanza e di rientrare sulla Terra per trascorrere un po’ di tempo loro due insieme, comportandosi come ragazzi normali e non come gli eroi che sono stati nel mondo natio di lei.
Ma non appena mettono piede dall’altra parte, Ewilan e Salim vengono aggrediti da una squadra d’assalto, il cui obiettivo è rapire proprio lei e condurla in laboratorio nascosto tra i boschi dove sottoporla a terribili esperimenti.
E il solo che può aiutarla è Salim che, sfuggito agli aggressori, sfrutta le sue abilità di marcheombre (ciò di “camminare nell’ombra”, di muoversi silenziosamente) per seguire Ewilan e i suoi rapitori ed escogitare un piano per liberarla. Ma il laboratorio è super sorvegliato e a Salim occorre un mese anche solo per capire come potervi entrare. Liberare Ewilan e scappare sembra impossibile finché, da Gwendalavir, non giunge Maniel, amico dei due ragazzi e divenuto homme-lige (letteralmente vassallo, ma è più come una guardia del corpo) della famiglia di Ewilan e che, sacrificandosi, permette ai due ragazzi di lasciarsi l’Istituzione e i suoi orrori alle spalle.
Come nella sua prima trilogia, Pierre Bottero crea un intreccio narrativo che coinvolge tanto il mondo immaginario di Gwendalavir quanto la nostra Terra, facendo muovere Ewilan e Salim tra avventure fantastiche e altre che potrebbero avvenire per davvero, introducendo nella storia una buona dose di verosimiglianza in più. Realtà e fantasia si mescolano, i fatti della quotidianità si ritrovano colorati da azioni inspiegabili e così Ewilan e Salim si scoprono vittime di un’Istituzione governativa segreta, il cui scopo è studiare i poteri soprannaturali, tutto ciò che viene considerato pura fantascienza, dove però è l’acerrima nemica di Ewilan, Eléa Ril’ Morienval, a gestire gli esperimenti e anche le torture a cui viene sottoposta.
Ed è la vendetta verso la traditrice di Gwendalavir a spingere Ewilan, una volta recuperate le forze, a tornare all’Istituzione, oltre al desiderio di salvare gli altri ragazzini (i captifs del titolo) che vi sono tenuti prigionieri. Ma se all’inizio tutto sembra andare secondo i piani, le trappole e gli imprevisti mettono lei e Salim in grave pericolo, un monito all’idea che la vendetta, da sola, non basti a sostenerci e a darci soddisfazione. A questo punto, ed è quello che più amo nei libri di Bottero, solo una cosa potrebbe salvarli: l’aiuto dei loro amici rimasti a Gwendalavir. Ed è esattamente ciò che accade! Edwin, maestro Duom, Ellana e Siam si materializzano accanto a loro, ribaltando le sorti dello scontro.
Lo stile adottato è scorrevole e, per quanto io non legga spesso in francese, comprensibile sin dalla prima lettura, grazie al quale emerge il senso di amicizia e di amore che lega tra loro i diversi personaggi, l’idea che un’avventura vada affrontata insieme per poter sopravvivere e sconfiggere le difficoltà che l’accompagnano. Ecco, questo trovo affascinante delle opere di Bottero: c’è un/a protagonista, ma alla fine è la storia di un gruppo, di tanti eroi che si aiutano a vicenda per fare ciò che è giusto.

E con questo libro ne spunto un altro dalla mia lista per Libera Lo Scaffale di quest’anno! Spero che anche i prossimi volumi siano altrettanto belli, ma ve lo saprò dire presto 😊

Vi auguro una buona giornata
Federica 💋

 

2017 tutto da leggere!

Buongiorno 😊 ebbene sì, anche il 31 si pubblica!

In realtà oggi si tratta di un grande riepilogo, perché ho un po’ di libri su cui tirare le somme!

Per prima cosa, dopo le migliori letture fino a Marzo, Giugno e Settembre, devo aggiornarvi sui libri top che ho avuto la fortuna di leggere in chiusura di questo anno super intenso (letterariamente parlando)!

Un mistero per lady Jessica di Laura Rocca

Ed è impossibile non chiudere un trimestre senza avere in classifica un libro di questa grande autrice che è Laura Rocca. Questa volta non è fantasy, ma il suo romance ambientato in epoca vittoriana. C’è tutto quello che serve per regalarvi una grande storia: avventura, intrighi, amore, sfide e cambiamenti. Come ogni altro romanzo, mi sono innamorata dei personaggi e delle descrizioni!

1984 di George Orwell

Un classico tra i distopici e della letteratura in generale, questo romanzo mi ha colpita soprattutto per la sua attualità, per la profondità del messaggio e della critica che lo sostiene. Non è facile, perché ha uno stile intenso e carico, ma leggendolo da molte soddisfazioni, sia dal punto di vista della storia di Winston, sia da quello dei temi.

Mentre fuori nevica di Sarah Morgan

Di questo ve ne ho parlato solo l’altro ieri e in effetti non ho molto da aggiungere, se non che mi ha conquistata così tanto che ho già letto anche i volumi successivi 😁 Kayla e Jackson sono fantastici e grazie a loro, e alla loro famiglia, mi sono sentita coinvolgere nel vero spirito del Natale e in una storia super romantica, con un buon pizzico di dettagli piccanti!

La libreria dei nuovi inizi di Anjali Banerjee

Anche di questo vi ho parlato di recente e l’ho fatto con piacere, perché è una bella storia, tenera, dolce e soprattutto incentrata sui libri. È magica in ogni senso possibile e mi ha davvero conquistata per la sua semplicità.

Il regalo più grande di Jenny Hale

Una delle ultime tra le mie letture del 2017, di questo vi parlerò nell’anno nuovo e anche se va un po’ fuori tema (è incentrato sul Natale) mi farà super piacere descrivervelo perché è davvero bello. Allie è una protagonista speciale, alla ricerca della propria strada, e capace di tanta tenerezza. Non vedo l’ora di presentarvi lei, Robert, Pippa e tutti gli altri Marley!

E con questi cinque, nell’ultimo anno ho trovato ben 23 libri fantastici, quasi due al mese! Direi ben più della media nazionale 😊

Ma il 2017 è stato anche un anno di Challenge ricchissime! La prima è Libera lo scaffale, organizzata da Lo scaffale delle swappine, per sgomberare i libri che si sono accumulati sulle mensole e sui ripiani delle librerie! La mia lista da smaltire era questa e cliccando sui titoli accedete alle recensioni:

  1. Deathdate di Lance Rubin (400 pagine)
  2. It di Stephen King (1238 pagine)
  3. La felicità non fa rumore di Olivia Crosio (226 pagine)
  4. Via dalla pazza folla di Thomas Hardy (448 pagine)
  5. Atlantis Saga di A. G. Riddle (981 pagine)
  6. La corona di fuoco di Sarah J. Maas (456 pagine)
  7. Heart of Darkness di Joseph Conrad (160 pagine)
  8. Il club delle cattive ragazze di Sophie Hart (352 pagine)
  9. La felicità delle piccole cose di Caroline Vermalle (224 pagine)
  10. Les frontières de glace di Pierre Bottero (285 pagine)
  11. L’île du destin di Pierre Bottero (316 pagine)
  12. Favola in bianco e nero di Mauro Corona (96 pagine)

Ovviamente ho già iniziato a scegliere la Top12 per la sfida del 2018, ma di questa ve ne parlerò tra qualche giorno!

Altra sfida è stata Contano le pagine, Non i libri, il cui scopo è contare effettivamente il numero di pagine lette nel corso dell’anno, non quanti libri. Pronti? Nel 2017 ho letto 50929 pagine, che se fossero chilometri, potrei partire e tornare a Bergamo (dove vivo) passando per Londra, Mosca, Ankara, Astana (Kazakistan), Ulan Bator (Mongolia), Pechino, Pyongyang, Tokyo, Los Angeles, Austin, New York, Miami, L’Avana, Città del Messico, Bogotà, Barcellona, Casablanca, Tripoli, Il Cairo e Atene, con l’avanzo di altri 500 (più o meno) chilometri. Un bel viaggetto, che ne dite?! 🤩

E, dulcis in fundo, la Goodreads Challenge, ciò decidere quanti libri leggere nell’anno e cercare di arrivare al traguardo. A Gennaio ne ho scelti 100, ma già a Giugno ero in dirittura d’arrivo, perciò ho raddoppiato la posta, chiudendo il 2017 con 207 libri letti. Di tanti non ve ne ho parlato, principalmente perché erano letture distensive, di relax, tra un’avventura e l’altra! Non vedo l’ora di decidere il traguardo di questo nuovo anno!

Beh, per oggi vi ho raccontato tutto! Quest’anno mi avete tenuto compagnia in tanti modi diversi, cosa che spero di aver fatto anch’io con voi, e mi è sembrato carino chiudere esattamente come ho iniziato: parlandovi di libri!

Vi auguro di passare una buona Domenica e un buon Capodanno.

Ci risentiamo dopo la Befana!
Federica 💋

“L’Île du destin” di Pierre Bottero

Buongiorno 😊

Oggi torno a parlarvi di una delle mie sfide di lettura per questo 2017: Libera lo scaffale! Come ormai saprete, sto piano piano portando avanti il depennamento dei 12 libri scelti per fare un po’ di spazio sullo scaffale (spazio che ho già provveduto a riempire 😅) e questa volta tocca al terzo e ultimo volume di una saga francese che ho adorato. Questo, tra l’altro, non è più stato tradotto nemmeno in italiano (a differenza dei primi due), perciò mi fa ancor più piacere parlarvene!

Titolo
L’Île du destin
Autore
Pierre Bottero
Saga
La quête d’Ewilan
Editore
Rageot Poche
Anno
2006
Genere
Fantasy
Formato
Tascabile
Pagine
316
Prezzo
5,57€
Acquisto
Abebooks

Liberate le Sentinelle, Ewilan e Salim fanno ritorno alla Cittadella dei Frontalieri con i loro compagni. Là Ewilan scopre il luogo in cui si è ritirato il leggendario Merwyn, il più grande dei disegnatori. Lui consiglia i due ragazzi di fare ritorno nell’altro mondo e di convincere Mathieu, il fratello di Ewilan, a seguirli a Gwendalavir. Dopo aver fatto ritorno insieme a lui, il gruppo parte alla volta delle isole Aline, dove la traditrice Eléa Ril’ Morienval tiene imprigionati i suoi genitori. Ma dei pirati danno loro la caccia. Riuscirà Ewilan a portare avanti la sua ricerca fino alla fine?

Ultimo volume della serie La quête d’Ewilan, trilogia scritta da Pierre Bottero, L’Île du destin segue la conclusione delle avventure che portano Camille e il suo amico Salim alla scoperta di un’altra realtà e dell’impero di Gwendalavir, di cui Camille è originaria e nel quale possiede l’Arte del Disegno, una capacità che le permette di usare l’Immaginazione per modificare la realtà.
Dopo aver scoperto la propria identità e aver salvato Les Sentilles dalle prigioni dei Raïs, i nemici dell’impero (vi rimando alla recensione di Les frontières de glace per i dettagli), Camille, Salim e gli amici che li hanno accompagnati nei primi due volumi, partono per portare a termine la ricerca di Ewilan (il vero nome di Camille e “ricerca” in francese è proprio quête. N.d.r.): ritrovare e liberare i suoi genitori per riunire così la sua intera famiglia.
Come nei precedenti volumi, la narrazione in terza persona coinvolge completamente nelle vicende che i personaggi si trovano ad affrontare e da una visione onnisciente su di loro, sulle loro emozioni e sulle azioni che compiono, portando la storia verso la conclusione senza che venga meno il legame di gruppo e di famiglia che li caratterizza e che rende quindi partecipe anche chi legge.
Mi sono affezionata a Camille, Salim, Edwin, Duom, Bjorn, Ellana e a tutti gli altri personaggi diverso tempo fa e ritrovarli adesso è stato come rivedere dei vecchi amici, sentendomi legata a tutti loro come se li avessi sempre avuti accanto. Questa sensazione di non averli mai persi di vista è sicuramente merito dello stile e dell’abilità descrittiva dell’autore, che si riconferma anche in questo libro come negli altri, ma qui si aggiunge una particolare attenzione alla crescita psicologica che mi ha fatto sentire i personaggi ancora più vicini. A cambiare e crescere maggiormente sono Camille e Salim, che si trovano a maturare in una realtà ricca di avventure ma anche di pericoli, nella quale scoprono il loro valore come individui senza per questo perdere il sostegno dei loro amici.

Mi dispiace molto che la saga non sia mai stata portata a termine anche qui da noi! Non so se conoscete il francese oppure no, ma in caso riusciate a leggerlo e parlarlo, vi consiglio davvero questa trilogia, anche se è diretta a un pubblico piuttosto giovane!

Ci risentiamo presto, ma se avete commenti e impressioni su questo libro, vi ascolto e leggo molto volentieri!

Federica 💋