Spider-Man: No Way Home [2021]

Buongiorno e buon lunedì!

Oggi si parte parlando di cinema e lo si fa con l’ultimo film di casa Marvel, Spider-Man: No Way Home!

Spider-Man: No Way Home - Film (2021)

Titolo
Spider-Man: No Way Home 
Regia
Jon Watts
Anno
2021
Genere
Azione, avventura, fantascienza
Lingua
Inglese
Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Soggetto
Stan Lee & Steve Ditko
Sceneggiatura
Chris McKenna & Erik Sommers
Cast
Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Jacob Batalon, Jon Favreau, Jamie Foxx, Willem Dafoe, Alfred Molina, Benedict Wong, Tony Revolori, Marisa Tomei

Dopo che Mysterio ha rivelato la sua identità segreta di Spider-Man, la vita di Peter e delle persone che gli vogliono bene è diventata impossibile. Tra chi crede alla sua versione e chi invece gli dà dell’assassino, vive il suo ultimo anno di superiori come una specie di recluso, mentre la vita normale va avanti e lui cerca di vivere al meglio ogni istante di normalità che riesce a racimolare, compreso quando si tratta di decidere il proprio futuro e quale università frequentare insieme a MJ, diventata la sua ragazza, e Ned, l’amico di sempre.
Tuttavia ciò che gli è accaduto pregiudica non solo il suo futuro, ma anche quello di chi gli è vicino, e quando anche l’ultima università rifiuta le loro tre domande di iscrizione, l’idea di Peter è quella di chiedere aiuto a Stephen Strange, lui che forse potrebbe tornare indietro a prima che rivelasse la sua identità. Ma senza la gemma del tempo l’unica soluzione rimasta è quella di lanciare un incantesimo che agisca sulla memoria delle persone, un incantesimo a cui lo stregone supremo Wong è decisamente contrario. A Peter, però, non interessa che proprio tutti dimentichino la sua identità e continuare a modificare l’incantesimo di Strange con nuove richieste lo porta a perderne il controllo e scatena un vero pandemonio. Perché desiderare che chi già conosceva la sua identità non perda la memoria finisce per attirare in città ogni tipo di cattivo che Spider-Man ha mai affrontato, in qualsiasi universo sia esistita una versione del supereroe con i poteri di ragno.

In Spider-Man: No Way Home c’è veramente il tripudio di quello che è stato realizzato su questo personaggio a partire dai primi anni 2000, i vecchi villain dei film con Tobey Maguire e Andrew Garfield compaiono esattamente come sono stati lasciati alla fine dei film di cui facevano parte e anche se l’età si fa ovviamente sentire rispetto alle versioni originali, personalmente li ho trovati bene inseriti nel contesto di questo “nuovo” Spider-Man, in linea soprattutto con la mentalità e il carattere che ha il Peter Parker interpretato da Tom Holland, un supereroe comunque innocente e sempre positivo che cerca in ogni modo di salvare anche chi, nei film precedenti, non era esattamente salvabile.
Come già nei due film precedenti, questo Peter si dimostra sostanzialmente una persona buona, una persona che vuole in ogni modo aggiustare la situazione, grazie anche agli insegnamenti di zia Mei, e quando la soluzione di Strange è riportare i cattivi nell’universo da cui provengono proprio nel momento della loro fine, Spider-Man si ritrova a decidere di dare anche a loro una seconda possibilità, che la meritino oppure no, perché “si sono persi”, sono persone a cui non è più stata data la possibilità di ritrovare loro stessi e il proprio futuro.
È davvero un bel messaggio, considerati i tempi in cui viene proposto, soprattutto perché finalmente al terzo film viene proposto la frase canonica legata a Spider-Man, cioè “Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità”, che qui non sono solo le responsabilità di un vendicatore o un difensore, ma sono responsabilità sociali molto forti che portano Spider-Man a prendersi cura delle persone in modo completo.

Dopo una pandemia mondiale, un supereroe di cuore e attento ai bisogni di tutti credo sia una cosa molto bella da vedere. Com’è anche incredibilmente interessante tutto il filone che circonda il pretesto narrativo, cioè quel “Chi può ricordare la vera identità di Spider-Man”, e che porterà il film a svolte inaspettate.
Forse qualche spoiler è già uscito su i vari cameo che appaiono in questo film, tuttavia non voglio rovinarvi la sorpresa in caso ancora non lo sappiate. Vi posso dire soltanto che a livello di sorprese e di “ma guarda chi si vede” c’è davvero tanto di cui essere felici, anche perché può portare a sviluppi futuri niente male all’interno dell’universo Marvel. Di fondo, com’è logico, aiuta tanto il concetto di multiverso, che qui non è espresso in modo esorbitanti, ma comincia a prendere piede e permette di intravedere una marea di nuove possibilità, in primis per i personaggi di Tom Holland, Zendaya e Jacob Batalon, ma anche per tutti coloro che hanno fatto parte e fanno tutt’ora parti del mondo Marvel.

Adesso sono ancora più curiosa di vedere il prossimo film, vale a dire Doctor Strange nel Multiverso della Follia per capire dove porterà tutto il percolo (scampato) in questo film! Devo dire di essere già andata a vedere un po’ di teorie e anticipazioni proprio sul film e ho idea che ne vedremo delle belle!

Fatemi sapere se lo avete visto o se lo guarderete prossimamente.

Federica 💋

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Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli

Buongiorno lettori!

Questa settimana arrivo soltanto oggi causa pc in manutenzione ma recupero tornando a raccontarvi un film, l’ultimo uscito in casa Marvel!

Titolo
Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli
Titolo originale
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings
Regia
Destin Daniel Cretton
Anno
2021
Genere
Azione, avventura, fantastico, fantascienza
Lingua
Inglese, cinese
Paese di produzione
Stati Uniti d’America
Soggetto
Steve Englehart e Jim Starlin
Sceneggiatura
David Callaham, Destin Daniel Cretton
Cast
Simu Liu, Awkwafina, Meng’er Zhang, Fala Chen, Florian Munteanu, Benedict Wong, Michelle Yeoh, Ben Kingsley, Tony Leung, Mark Ruffalo, Brie Larson

Shang-Chi vive a San Francisco da dieci anni, fa il parcheggiatore insieme alla sua migliore amica Katy, ed è lontano dal proprio passato tanto quanto lo è dalla vita che ha trascorso insieme alla sua famiglia. Almeno finché il passato non riemerge sotto forma dei Dieci Anelli, organizzazione segreta guidata da suo padre da mille anni, reso immortale grazie al potere mistico di dieci bracciali da cui non si separa mai, non da quando sua moglie è morta.
Dopo dieci anni di libertà, però, il padre supercriminale Wenwu (tanto che ha ispirato la creazione di un falso terrorista chiamato Mandarino) va a riprenderlo e con lui sua sorella minore Xialing, rifugiatasi a Macao per sfuggire al genitore, per riunire i ciondoli che la madre ha lasciato loro e scoprire così la mappa che conduce a Ta Lo, luogo mitico dove Wenwu è certo sia imprigionato lo spirito della moglie defunta.
Tra vecchie ferite e nuovi inganni, la storia familiare di Shang-Chi si intreccia a un’antica battaglia che minaccia di scatenare la fine del mondo, una in cui tutti sono chiamati a prendere parte anche se non sono eroi, né possiedono abilità eccezionali, come l’amica Katy (interpretata da una divertente Awkwafina – Crazy Rich Asians) o un improbabile attore di teatro inglese. Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli è il primo film con un intero cast dalle origini asiatiche (sulla scia di quanto fatto con Black Panther), dove il solo nome/personaggio occidentale è rappresentato da Ben Kingsley, in un distacco post-coloniale dove la “madrepatria” fa da intrattenitrice, da guida sui generis che prima denigrava e strumentalizzava mentre adesso assiste alla realizzazione culturale – e non – dell’ex colonia da spettatrice passiva, segno che non ha più la forza di fare da leader.
Per una lettura meno approfondita, il film è un buon connubio tra i film mistici orientali e i grandi effetti speciali dell’occidente, dove l’idea del combattimento e della commistione con la natura di origine asiatica/cinese si fonde benissimo con il mondo del fumetto e della Marvel in generale, creando un mondo in cui è facile inserirsi e dove, a fare da collante, è il rapporto con la famiglia, in bilico tra tradizione e modernità. Anche il confine con la malvagità è un concetto sottile e fumoso, dettato dai punti di vista tanto sul passato, quanto su ciò che avviene nel presente.
Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli è un ponte verso la nuova fase del MCU, un collegamento verso altri film ma anche verso a un filone di supereroi non occidentali che possono dare tanto e che ampliano le prospettive di un universo comunque già vasto, ma che ha margine per allargarsi ancora e in più di una direzione (o universo).

Purtroppo non sono ancora riuscita a recuperare Black Widow, ma appena Disney+ lo metterà in streaming lo vedrò subito!

Funny Fact: è stata la mia prima volta al cinema dallo scorso anno! Prima ci andavo quasi una volta a settimana, ora una all’anno 😱 Assurdo! Voi quando ci siete stati l’ultima volta? Cosa avete visto?

Federica 💋

“Ignite Me” di Tahereh Mafi

Buongiorno e buon giovedì!

Oggi parliamo dell’ultimo capitolo (ma anche no, e più giù vi spiego perché) della serie distopica di Tahereh Mafi!

34974533. sy475 Titolo
Ignite Me
Autore
Tahereh Mafi
Traduzione
S. A. Benatti
Saga
Shatter Me #3
Editore
Rizzoli
Anno
2017 
Anno prima edizione
2014
Genere
Fantasy, distopico
Formato

Cartaceo (18€) ~ Ebook (6,99€)
Pagine

469
Acquisto
Mondadori

Niente sarà più come prima.
Non si sa che fine abbia fatto il Punto Omega. Tutti i compagni di Juliette potrebbero essere morti. Forse la guerra è finita ancora prima di cominciare.
Juliette comunque non si arrende: affronterà la Restaurazione. Se vuole sopravvivere, deve sconfiggerla. Ma per abbattere la Restaurazione e l’uomo che l’ha quasi uccisa, le servirà l’aiuto di qualcuno che non avrebbe mai pensato di avere al suo fianco: Warner. E mentre si preparano insieme ad affrontare il loro nemico comune, Juliette scoprirà che tutte le sue certezze – su Warner, sui propri poteri, e perfino su Adam – erano sbagliate.

Juliette non è morta. Il supremo le ha sparato, un solo colpo dritto al petto, e per quanto ricordi esattamente cosa significhi morire, grazie al potere di Warren e a quello delle guaritrici Sonya e Sara, Juliette è sopravvissuta. E ha tutte le intenzioni di vendicarsi di Anderson.
Prima, però, deve fare i conti con le conseguenze dell’insurrezione del Punto Omega, perché mentre lei lottava con la morte, i suoi amici e i ribelli affrontavano l’esercito della Restaurazione. Ma ciò che Warren le rivela non è affatto ciò che si aspettava: il Punto Omega è stato raso al suolo, nessuno sembra essere scampato al massacro dell’esercito. Juliette è sola, ha perso tutti i suoi amici e chi le resta è Warren, con gli incomprensibili sentimenti che le scatena e la promessa di aiutarla a ottenere ciò che più desidera: vendetta e giustizia.

«Non ho mai sostenuto di seguire un insieme di principi» continua Warner. «Non ho mai detto di avere ragione o di essere buono e neppure che le mie azioni siano giustificate. La verità è che non mi interessa. Sono stato costretto a fare delle cose terribili nella vita, tesoro, e non cerco né il tuo perdono né la tua approvazione. Perché non posso concedermi il lusso di filosofeggiare, parlando di scrupoli, quando ogni giorno sono costretto ad agire in base all’istinto primario.»

Ma non tutti sono rimasti vittima dell’attacco di Anderson e quando Juliette ritrova Kenji, Adam, James, Castle e gli altri membri della squadra, ecco che il suo piano per sconfiggere il supremo si amplia. Il suo scopo sarà guidare la rivolta, perché nessun altro a parte lei ha la forza e la determinazione necessaria a portare a termine il piano di Castle. E può farlo solo se ciò che resta della ribellione e Warren lavoreranno insieme.
Ignite Me è il terzo capitolo della serie e attua una vera trasformazione con il personaggio di Juliette perché, da remissiva e spaventata in Shatter Me, si risveglia una combattente pronta a tutto per riscattare se stessa e coloro che ha perso. Lo stile si evolve, prende sicurezza come la protagonista e nel descrivere l’addestramento in vista dell’attacco decisivo, si assiste a un cambiamento che mi ha sorpresa in maniera positiva. C’è anche più cameratismo con chi, nei libri precedenti, restava magari un po’ in disparte o che, comunque, Juliette non riusciva a capire fino in fondo, per il semplice fatto che, per lei, ogni rapporto era nuovo ed estranea.

«Lotterai con me?» gli chiedo, respirando a stento. «Combatterai con me? Anche se ci sarà Warner?»
Kenji sorride. Alza gli occhi al cielo. «Ovvio.»
«Davvero?»
«Sono qui per te, ragazzina. È a questo che servono gli amici.»

A fare faville, come già in Unravel Me, sono Kenji, che si rivela essere il personaggio meglio riuscito e quello che ho adorato di più tra i secondari, e Aaron (Warren), un coprotagonista dieci volte più interessante di Adam (e un po’ mi rincresce, perché nel primo volume mi era super piaciuto). Warren non è buono, né gli interessa la redenzione universale per le nefandezze commesse, ma scende a compromessi con ciò che, per forza di cose, ha scelto di fare pur di arrivare dov’è, pur di sopravvivere a un padre del tutto folle. Eppure, di fronte alle scottanti rivelazioni che lo legano ad Adam e James, trova il modo di rivedere le sue certezze, nel tentativo di essere colui che Juliette riesca ad amare senza ripensamenti o preoccupazioni sulla correttezza delle sue intenzioni verso di lei.

Alza lo sguardo, lentamente, ciglia dorate che si sollevano rivelando più tristezza e bellezza di quante ne abbia mai viste nello stesso momento. Non credevo che qualcuno potesse trasmettere così tanto in un solo sguardo. In lui c’è un dolore straordinario. Una passione straordinaria.

Nonostante io mi sia spoilerata il finale andando a curiosare sui volumi successivi (il che ha rallentato molto la lettura), Ignite Me è la perfetta continuazione ed evoluzione di una storia distopica che cattura e coinvolge. Ha personaggi capaci di far innamorare (e credetemi, amerete Aaron alla follia!) e divertire come non mai, lasciando una sensazione dolce e amare quando si giunge alla fine, perché è una di quelle avventure che non si vorrebbe mai abbandonare.

Quindi, a parte l’essermi spoilerata la fine prima ancora di iniziarlo (🤦‍♀️), ho scoperto che ci sono altri tre volumi dopo questo e che, per adesso, non sono ancora stati pubblicati in Italia… a questo punto mi resta una sola cosa da dire: Perché? Perché non ci sono ancora?? Ne ho bisogno!

A parte lo sfogo, è una saga che vi super consiglio di iniziare e che, spero con tutto il cuore, decideranno di proseguire anche qui da noi (o mi toccherà finirla in inglese…)!

Federica 💋

Agents of S.H.I.E.L.D. [Season 6]

Ciao a tutti 😊 e buon martedì!

Come vi dicevo nelle scorse settimane, sto recuperando molte serie iniziate, ma interrotte causa poco tempo, e una è questa: Agents of S.H.I.E.L.D.! Diciamo che l’ho ripresa dopo aver letto il libro su Loki (😍), perché c’è un riferimento alla Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division, e ammetto di aver divorato l’ultima stagione uscita – anche se è stata un ni.

Titolo
Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.
Ideatori

Joss Whedon, Jed Whedon, Maurissa Tancharoen
Paese
Stati Uniti d’America
Anno
2013—
Genere
Azione, supereroi, fantascienza, spionaggio 
Stagioni
6
Episodi

123
Lingua
Inglese
Cast
Clark Gregg, Ming-Na Wen, Chloe Bennet, Iain De Caestecker, Elizabeth Henstridge, Nick Blood, Adrianne Palicki, Henry Simmons, Luke Mitchell, John Hannah, Natalia Cordova-Buckley, Jeff Ward

Alla fine della stagione precedente, ambientata più o meno poco prima degli eventi di Avengers: Infinity War, gli agenti dello S.H.I.E.L.D. si sono ritrovati a dire addio a Phil Coulson, loro capo nei sei anni precedenti e, cosa ancora più faticosa, a dover intraprendere un viaggio interstellare alla ricerca di Fitz, rimasto in una capsula criogenica per cercare di raggiungere i suoi amici.
Un anno dopo, la squadra nello spazio ancora non è riuscita a trovare Fitz, mentre quella a rimasta sulla Terra sta affrontando dei misteriosi squarci di energia che sembrano portare in questa realtà degli individui poco raccomandabili e, sembrerebbe, pronti a tutto per far crollare il mondo che gli agenti stanno proteggendo. E tra questi individui, neanche a dirlo, spunta la copia perfetta di Coulson. Solo che ora il suo nome è Serge e non ha buone intenzioni.
Tra lotte spaziali e ritorni in grande stile, la nuova stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. segue i tentativi di una squadra di ritrovare il proprio equilibrio dopo aver perso la loro guida, quando quella guida rema contro di loro ed è disposta a sacrificare il mondo per fermare una minaccia ancor più grande, e che mira a sostituire il genere umano con dei mostri. La trama segue una minaccia che ricorda molto la prossima invasione aliena di Thanos, ma quello che cambia dalle stagioni precedenti è che è del tutto slegata dalla saga cinematografica e si costruisce a sé, restando però in qualche modo distaccata da tutto l’impianto narrativo che è stato portato avanti fino a questo punto.
Altro “nemico” della stagione è una specie aliena chiamata Chronicle, che sembra essere anche la minaccia delle prossime avventure, ma che, devo dire, mi ha lasciata un po’ perplessa, soprattutto per l’accanimento che sembra avere sul pianeta Marvel's Agents Of S.H.I.E.L.D. 6x10 - Leap - Recenserie - Solo ...Terra e in particolare sul duo di scienziati Fitz-Simmons, gli unici nella galassia a poter risolvere i paradossi dei viaggi nel tempo e rendere possibile questa nuova frontiera della fantascienza.
Ecco, questo aspetto (insieme alla riesumazione di Coulson) è quello che mi ha fatta storcere il naso perché non sembra quasi più una serie Marvel, ma un borderline fantascientifico che forse ha poco a che fare con l’universo dei supereroi. Certo, la serie è nata con questo fine, però credo abbia un po’ ceduto al carico del tempo (sono ormai arrivati alla sesta stagione, eh! a un certo punto gli argomenti si esauriscono) e si sia attaccata al successo dei singoli personaggi pur di far continuare la storia, ne è prova il fatto che Phil Coulson, alla fin fine, non muoia mai davvero ma torni sempre, in un ruolo che comunque ha dato tutto ciò di cui era capace.

Tra l’altro non dovrebbe mancare molto all’uscita della prossima stagione. La guarderò? Be’ certo, anche se non mi aspetto grandissime cose. Ma magari mi smentiranno 😆

Voi avete una serie tv che, per quanto entusiasmante fosse all’inizio, poi ha finito per annoiarvi? Titoli, datemi i titoli 😉

Federica 💋

Supergirl [1ª Stagione]

Buongiorno!!

Questa mattina si pubblica un po’ più tardi! È, infatti, il solo momento libero della giornata ma non potevo che dedicarlo a una recensione 😊 Oggi parliamo di serie tv!

Titolo
Supergirl
Ideatori

Greg Berlanti, Ali Adler, Andrew Kreisberg
Paese
Stati Uniti d’America
Anno
2015 —
Genere
Fantastico, supereroi, azione 
Stagioni
5
Episodi

110
Lingua
Inglese
Cast
Melissa Benoist, Mehcad Brooks, Chyler Leigh, Jeremy Jordan, David Harewood, Calista Flockhart

Clark Kent non è il solo alieno presente sulla Terra. Anche un’altra abitante di Kripton è sopravvissuta alla distruzione del pianeta natìo ed è arrivata sul nostro pianeta: Kara Zor-El, adottata dai Denvers, è la cugina di Superman e come lui possiede tutti i poteri che siamo abituati ad associare all’Uomo d’Acciaio. Solo che Kara non li usa.
Diversamente da suo cugino, infatti, lei passa i dieci (su per giù) anni successivi al suo arrivo fingendo di essere una persona come tutti gli altri, una terrestre fatta e finita con una vita tranquilla e un po’… sfigata, o quanto meno molto nerd. Almeno finché l’aereo su cui viaggia Alex, la sorella adottiva, non rischia di precipitare e Kara deve fare ciò che può per impedirlo. E così appare Supergirl… e una pletora di altri abitanti di Kripton, tra cui sua zia, oltre a altri super criminali rinchiusi in una ex prigione spaziale e ora precipitati sulla Terra.
La prima stagione, quindi, segue i tentativi di Kara di diventare una supereroina come il cugino e la sua battaglia contro i prigionieri di Kripton, i quali vogliono mettere in atto un super piano di conquista, lo stesso che la madre di Kara ha sventato su Kripton ma che ha accelerato la distruzione del loro pianeta tanti anni prima. Una trama duplice che, personalmente, ha due falle. La prima è, ovviamente, la tempistica, perché i Kriptoniani iniziano ad agire proprio quando Kara si decide a sfruttare le proprie capacità. Sono sulla Terra da anni e si mettono a fare danni nel momento e nel luogo meno opportuni… dei geni (pure gli sceneggiatori)!
Altro tema da far storcere il naso è la prevedibilità. La storia di Kara, compreso il suo lavoro e tutto il contorno, è identica a quella di Clark Kent senza troppe varianti. L’unica differenza è che lei è una ragazza e deve ritagliarsi il proprio spazio in confronto proprio al cuginetto famoso, tra paragoni non sempre lusinghieri e pericoli più o meno credibili. Supergirl e la sua protagonista, quindi, sono in costante lotta per affermarsi contro l’altro “superuomo”, che si vede-non-vede (non è mai inquadrato in viso) in qualche puntata e tramite messaggi, una presenza ingombrante che non favorisce l’affermazione di Supergirl. Anzi, sembra quasi che questa debba essere giustificata dall’altro eroe, cosa che, se fosse stata omessa, avrebbe dato più carattere a Kara e alla serie.  Un taglio netto, certo con degli agganci giusto per mettere in chiaro le parentele, avrebbe dato una marcia in più a trama e personaggi, che invece restano (almeno in questa stagione) un’appendice del supereroe dei film e di The Flash, con una apparizione en passant di Barry Allen, così, come se fosse normale e andasse bene ricevere visite inattese da un pianeta Terra alternativo senza nemmeno avere mezzo dubbio…

Sto iniziando a capire perché alcune serie della DC non sono poi così famose… Non che sia orribile, ma ho visto di meglio!

Per oggi è tutto, ma ci risentiamo domani per una super recensione librosa!
Passate una buona giornata

Federica 💋