[Recensione] “La morte dei re” di Bernard Cornwell

Buongiorno 😊

Ultimo giorno prima delle feste e anche ultima recensione della settimana legata alla saga dei re sassoni che ha come protagonista Uhtred di Bebbanburg, perché domani arriva il post per Natale.

18866180Titolo
La morte dei re
Titolo originale
Death of Kings
Autore
Bernard Cornwell
Traduzione
D. Cerruti Pini
Saga
Le storie dei re sassoni #6
Editore
TEA
Pubblicazione
Ottobre 2013
Genere
Storico
Formato

Cartaceo (9,50€) ~ Digitale (6,99€)
Pagine

416
Acquisto
Amazon

Al crepuscolo del IX secolo, Alfredo il Grande è in punto di morte, e con lui sembra esserlo anche il sogno di un’Inghilterra unita. Il regno ripiomba inevitabilmente nel caos: all’antica minaccia dei danesi si aggiunge quella dei nobili sassoni, pronti ad allearsi con gli odiati nemici pur di mettere le mani sul potere e impedire al principe Edoardo di succedere al trono. Senza dimenticare la minaccia dei vichinghi da nord… In questo scenario tumultuoso, Uhtred di Bebbanburg, il guerriero sassone cresciuto tra i vichinghi, è stretto in una morsa altrettanto insidiosa, combattuto tra la fedeltà ad Alfredo e il desiderio di recuperare le terre dei suoi antenati. Ha infatti giurato fedeltà al vecchio re, ma non al suo erede e, nonostante gli anni di fedele servizio, non è convinto di continuare a lottare per la causa di un’Inghilterra unita e cristiana. Ma deve prendere una decisione, su cui incombe l’ombra cupa di una profezia pronunciata da un’indovina: «Sette re moriranno… e le donne che ami».

Trasformatosi in un signore della Mercia, Uhtred di Bebbanburg si trova a essere chiamato da Edoardo per stringere un accordo di pace con l’Anglia Orientale, un regno perlopiù in mano ai danesi ma con a capo un re convertitosi al cristianesimo che cerca di instaurare un rapporto pacifico con i regni alleati di Wessex e Mercia.
La scelta del futuro sovrano non può che ricadere su di lui in quanto Uhtred è un condottiero temuto e rispettato da entrambe le parti coinvolte, un guerriero che con gli anni ha imparato a seguire l’istinto per scoprire quando qualcosa vale la pena di essere portata avanti o quando invece nasconde pericoli nefasti. La richiesta del giovane erede al trono lo lascia sull’attenti, soprattutto quando qualcuno tenta di ucciderlo subito dopo aver ricevuto l’ordine dal messo reale.
Non tutto è come appare, specie quando ci sono di mezzo dei guerrieri danesi forti e agguerriti che cercano di conquistare terre e gloria tutte per loro. I pericoli e le minacce giungono dalle parti più inaspettate, per culminare in tradimenti annunciati quando la vita del tanto temuto re del Wessex si avvicina alla sua fine.

«La gente non compra i miei chiodi arrugginiti perché mi trova molto convincente, signore, ma perché desidera disperatamente credere che quei pezzetti di ferro diventeranno d’argento.»

Tra credenze pagane e attacchi contro il comportamento ignobile del clero inglese alla fine del IX secolo, La morte dei re segue in un’altalena di eventi imprevedibili i momenti che hanno portato alla morte di re Alfredo e la successiva incoronazione di suo figlio Edoardo, mentre i regni di Wessex, Mercia, Anglia Orientale e Northumbia si trovano a riorganizzare le proprie alleanze di fronte a un regno e a un sovrano giovani e forse impreparato a gestire il carico che deriva dal suo ruolo.
Ciò che la serie di Bernard Cornwell permette di fare e seguire il lato umano degli eventi storici tramandati dalle cronache dell’epoca e da quelle successive, eventi che hanno forzato la storia inglese rendendola ciò che oggi è e dandole dei caratteri che ancora fanno parte della quotidianità britannica. Se nei libri precedenti emergeva l’aspetto umano dei grandi personaggi storici, qui a essere posto sotto la lente d’ingrandimento è il ruolo della Chiesa nell’influenzare coloro che regnavano su un regno come quello del Wessex, un comportamento che viene spesso stigmatizzato e analizzato in ogni più piccolo dettaglio, in ogni pregio e in ogni difetto che ovviamente ha. Viene fatto dal punto di vista di un pagano di origini cristiane che si trova a dover affrontare questa dualità proprio nel rapporto con i suoi figli, rimasti per diverso tempo in convento e lì cresciuti secondo i dettami della Chiesa cristiana.

No, a straziarmi l’anima è l’idea che esista il destino. Ogni cosa è dunque preordinata? Noi, poiché non ci è toccata in sorte la preveggenza, ci riteniamo liberi di scegliere quale strada imboccare, eppure il destino ci dice che non è così.

È un romanzo che insegue gli esseri umani dietro le leggende e gli eventi passati alla storia, raccontando di scontri e guerre per motivi tanto normali come l’amore per una donna o per avere più terre quando sembra difficile credere che sia anche solo possibile. Una lettura, e una serie, che diventa sempre più interessante.

Uhtred e Æthelflaed ritorneranno lunedì, giusto in tempo per chiudere le letture di fine anno 😊

Federica 💋

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[Recensione] “Il signore della guerra” di Bernard Cornwell

Ciao!

Manca davvero pochissimo a Natale! Presto ci sarà un post dedicato proprio alle feste, ma oggi proseguono le recensioni dedicate al ciclo dei re sassoni, un’altra avventura di Uhtred di Bebbanburg.

42613746Titolo
Il signore della guerra
Titolo originale
The Burning Land
Autore
Bernard Cornwell
Traduzione
D. Cerruti Pini
Saga
Le storie dei re sassoni #5
Editore
TEA
Pubblicazione
Ottobre 2019
Genere
Storico
Formato

Cartaceo (9,50€) ~ Digitale (6,99€)
Pagine

412
Acquisto
Amazon

Wessex meridionale, fine del IX secolo. Uhtred di Bebbanburg ha perso tutto: non ha più la sua amatissima moglie, morta durante il parto. Non ha più le sue terre, usurpate tempo addietro. Non ha più un re per cui combattere, perché Alfredo il Grande ormai è vecchio e malato, incapace di respingere gli invasori vichinghi e ossessionato dall’idea di convertire il mondo alla fede cristiana. Uhtred di Bebbanburg non ha più nulla per cui vivere, eppure c’è qualcosa che gli impedisce di lasciarsi morire. Qualcosa che da sempre è dentro di lui. È la furia del guerriero. Una furia pagana, nata tra i danesi che lo hanno addestrato all’arte della guerra e coltivata sugli innumerevoli campi di battaglia che ha calcato. Ora la sua furia ha un obiettivo preciso: reclamare Bebbanburg, la fortezza che gli spetta di diritto e che suo zio possiede in spregio alla legge e agli dei. Ora Uhtred combatterà per se stesso e per il suo destino, il destino di un guerriero nato. 

Come grande condottiero sassone, Uhtred di Bebbanburg è tenuto in gran conto da chiunque abbia sentito narrare le sue gesta. I danesi lo temono, certi che sia lui a rendere possibile ogni vittoria del Wessex sugli invasori, mentre re Alfredo lo considera il suo miglior consigliere, uno di cui purtroppo non ci si può fidare perché non è cristiano.
Ed è proprio la natura pagana di Uhtred a metterlo nei guai, oltre che alla sua testardaggine tipica di un carattere sanguigno, perché mentre lo jarl (conte) danese Harald sta progettando di invadere i regni inglesi con l’aiuto di Hestean, condottiero pronto ad arricchirsi e vecchia conoscenza di Uhtred, la sua strega Skade maledice il vero erede di Bebbanburg, gettando la sua esistenza nel caos.

Non l’aveva detto per adularmi, ma perché era la verità. Ero il più temuto condottiero del Wessex e ne ero fiero. Andavo in battaglia circondato dal fulgore dell’oro, dell’argento e dell’orgoglio e avrei dovuto sapere che in tal modo avrei suscitato la riprovazione degli dei.

Persa l’adorata moglie Gisela e accompagnato proprio da Skade, divenuta sua prigioniera, Uhtred si trova messo alle strette quando Alfredo, consapevole del suo valore, gli impone di prestare un giuramento di fedeltà anche verso il giovane erede, Edoardo, così da legare al Wessex la spada migliore che abbia mai affrontato i danesi. Ma un tale giuramento lo vincolerebbe al sud a vita, lui che ha sempre desiderato solo e soltanto tornare nella terra natia per reclamare ciò che gli spetta di diritto.
In fuga nel selvaggio nord, Uhtred, con Skade e i suoi guerrieri più fidati raggiunge il fratello adottivo Ragnar e la sua compagna Brida, per ritrovare il danese che c’è in lui e scendere in guerra contro il Wessex. Ma quel regno non può fare a meno di lui, e quando Æthelflaed chiede il suo aiuto, l’onore del guerriero non può che portarlo a rispondere in un solo modo.
Il signore della guerra è un volume dove per la prima volta si scorge non più un protagonista scisso a metà, ma uno dove le due anime vengono messe alla prova così da porre il suo cammino sulla rotta decisa dalle Parche. O meglio, da Bernard Cornwell che mette questo guerriero senza nome (per la Storia) in testa alle armate di uno dei regni più potenti del periodo.

La nostra vita è una sorta di viaggio in un mare sconosciuto e che, a volte, ci stanchiamo delle acque calme e dei soavi aliti di vento e non abbiamo altra scelta che piegare con forza il fusto del remo di governo e puntare verso fosche nubi, spumeggianti marosi e pericoli imprevisti.

Ed è questa riflessione che apre il libro e che continua a fare ritorno pagina dopo pagina. Perché anche se questo protagonista eccelso e capace di sbaragliare da solo i danesi è colui che effettivamente conduce alla vittoria gli eserciti di Alfredo e della Mercia, di lui e del suo nome non c’è traccia nelle cronache e nelle ballate che vengono tramandati anche a suo tempo. Non si parla di Uhtred di Bebbanburg, ma di Æthelred signore della Mercia, di cui il guerriero northumbro è cugino da parte di madre.
La rivalità tra loro è un po’ ciò che tiene banco in tutti i momenti chiave del libro, soprattutto quando si tratta di rapportarsi con Æthelflaed, una donna che determina in verità le sorti di Uhtred e del Wessex molto più del fato e delle Parche a cui lui si affida.
In ogni volume, ma soprattutto in questo, emerge sempre di più la figura della Signora della Mercia, insieme a quella del futuro re Edoardo, e si gettano le basi per quello che sarà l’evoluzione storica dei regni anglosassoni sul finire del IX secolo dopo Cristo, portata avanti da guerre, tradimenti, riconquiste e, soprattutto, da uomini coraggiosi che sono rimasti anonimi ma che hanno portato a compiersi il destino di un intero regno.

Se avete seguito la serie TV targata Netflix, questo è anche l’ultimo volume con il quale mantieni attinenza rispetto alla storia. Da domani, infatti, vi porterò a scoprire come prosegue la vita di questo condottiero e come è diversa rispetto a ciò che la serie TV racconta!

Federica 💋

[Recensione] “Il filo della spada” di Bernard Cornwell

Buongiorno 😊

Meno cinque giorni a Natale e vi porto ancora in Inghilterra, alla fine del IX secolo, per scoprire cosa ne è di Uhtred figli di Ragnar, signore della guerra agli ordini del re del Wessex!

51051385. sx318 sy475 Titolo
Il filo della spada
Titolo originale
Sword Song
Autore
Bernard Cornwell
Traduzione
D. Cerruti Pini
Saga
Le storie dei re sassoni #4
Editore
TEA
Pubblicazione
Ottobre 2018
Genere
Storico
Formato

Cartaceo (9,50€) ~ Digitale (6,99€)
Pagine

377
Acquisto
Amazon

Corre l’anno 885 e la Terra degli Angli è un regno in pace, ma diviso. I danesi hanno esteso i propri domini nei territori a nord, i sassoni hanno rafforzato il loro potere a sud. Un corso d’acqua separa i due mondi: il Temes, l’odierno Tamigi. Ma quando un’ondata vichinga assedia l’antica città di Londra, insediandosi all’interno delle sue mura, il già delicato equilibrio sembra vacillare. I nuovi arrivati spadroneggiano nelle campagne, razziano i tranquilli villaggi del Wessex, riducono in schiavitù donne e bambini. E i numerosi fortilizi, spuntati come funghi, non bastano a fermarli. Lord Uhtred, signore di Bebban-burg, impavido guerriero sassone cresciuto tra i danesi, ha combattuto duramente per il suo re. Ma la vita agiata e il rispetto acquisiti non lo soddisfano, e l’inettitudine dell’erede al trono mette a dura prova il suo animo avventuroso che vorrebbe tornare a brandire la spada, a battere i gelidi mari del nord, a conquistare quelle terre che gli spettano di diritto. Quando il pio Alfredo chiede il suo aiuto per frenare l’orda nemica, Uhtred non sa che fare. Deve scegliere fra il giuramento che lo lega al re e il pericoloso mulinello di alleanze che mutano e di poteri che passano di mano. Ma ha tra le mani le sorti di un regno, un’isola sferzata dal vento dove la pace duratura è ancora un miraggio: deve prestare fede alla sua promessa o seguire la via tracciata dalla spada? Saprà rendersi onore e tornare a combattere, in nome della futura Inghilterra?

Sposato, padre di famiglia e signore di Coccham, il northumbro danese d’adozione Uhtred figlio di Ragnar conduce un’esistenza pacifica ora che il Wessex ha stipulato degli accordi con il cristiano Guthrum e che la figlia primogenita di Alfredo, Æthelflaed, sta per sposare il figlio di un aldermanno della Mercia, Æthelred, cugino dello stesso Uhtred da parte di madre, che Alfredo vuole vedere a capo del regno limitrofo così da aggiungere un ulteriore tassello al suo progetto di un solo regno degli Angli, l’Inghilterra.
Ma anche altri vogliono impossessarsi di quei regni, persone senza scrupoli e disposte a tutto per ottenere il trono. Come Æthelwold, nipote di Alfredo e certo di essere stato spodestato. Ma il fato, e un morto resuscitato di nome Bjorn, hanno alto in serbo per Æthelwold e anche per lo stesso Uhtred.

Se fossi diventato re di Mercia, I sassoni e i danesi mi avrebbero accettato di buon grado: i primi, perché ero sassone e gli altri perché ero stato una sorta di figlio per Ragnar il Vecchio.

Convinto che il morto dica la verità sul suo futuro da re, i passi di Uhtred lo portano a conoscere i guerrieri norvegesi Sigefrid ed Erik, i fratelli che con il danese Heasten vogliono conquistare Anglia, Mercia e Wessex ma che hanno bisogno dell’aiuto anche del potente Ragnar, che non ha motivo di combattere con loro. A meno che non sia suo fratello Uhtred a chiederglielo.
Solo l’incontro con padre Pyrling, prete di Alfredo tenuto prigioniero dai fratelli a Lundene (Londra) mette Uhtred davanti alla verità: allearsi con i fratelli significa mancare al giuramento fatto ad Alfredo e allearsi con chi, pur di avere le armate di Ragnar, gli ha mentito orchestrando la messinscena del morto che risorge e svela la trama del destino ordito delle tre Parche. Una menzogna a cui Uhtred risponde giurando nuova fedeltà ad Alfredo e lottando per conquistare la città di Lundene.

In battaglia un uomo rischia tutto per farsi un nome; a letto, invece, non rischia nulla. Il piacere è simile, ma la gioia che ti dà una donna è passeggera, mentre la fama è eterna. Gli esseri umani, che siano maschi o femmine, muoiono tutti, però il tuo nome, se conosciuto, ti sopravvive.

In mezzo a invidie e conflitti familiari, il quarto volume de Le storie dei re sassoni mostra, anche se in modo molto romanzato, le figure umane che si nascondono dietro ai grandi nomi della Storia e ne da una rappresentazione davvero interessante. Re, condottieri, eredi al trono e figli costretti a matrimoni combinati emergono qui come persone con pregi e difetti, paure e aspettative che mettono alla prova i doveri a cui sono chiamati per il ruolo che quelle persone ricoprono.
Certo, Bernard Cornwell gioca con la storia al fine di creare azione e suspence davanti a eventi che, già nelle fonti dell’epoca, risultano fumosi e poco chiari, avvolti nel mistero che permette oggi di trasportare un po’ di pensiero moderno in un periodo dove superstizione e violenza erano di casa anche, e soprattutto, nella Chiesa.

Anche l’amore è un viaggio, senza altro approdo che la morte, eppure è un percorso di beatitudine.

Il filo della spada, come tutta la serie di Cornwell, porta la Storia tramandata a scontrarsi con una realtà caotica e sanguinaria, dove non c’è davvero posto per i sentimenti, non per coloro che devono essere ricordati dai posteri, anche se questi emergono lo stesso, verso le persone più impensabili e con tanti bei propositi purtroppo irrealizzabili (creati, c’è da dirlo, con una gran bella licenza narrativa!).
A fare un po’ le spese è la lunga descrizione che viene fatta per ogni assalto o battaglia raccontati, pezzi e momenti che quindi risultano meno coinvolgenti rispetto a quando la narrazione si concentra più sui personaggi che sul loro valore storico.

Nuove alleanze, nuovi legami, ma presto tutto cambierà di nuovo, sia per Uhtred sia per il Wessex!

Federica 💋

[Recensione] “I re del nord” di Bernard Cornwell

Buongiorno e buon lunedì!

In questa settimana prima di Natale si continua a sfoltire, e lo si fa in modo definitivo, la mia lista di #MyLiberaLoScaffale2021 e da oggi ci sarà una vera full immersion nell’Inghilterra alla fine del IX secolo!

34703532Titolo
I re del nord
Titolo originale
The Lords of the North
Autore
Bernard Cornwell
Traduzione
D. Cerruti Pini
Saga
Le storie dei re sassoni #3
Editore
TEA
Pubblicazione
Luglio 2016
Genere
Storico
Formato

Cartaceo (8,55€) ~ Digitale (5,99€)
Pagine

370
Acquisto
Amazon

Corre l’anno 878 e re Alfredo ha appena liberato il Wessex dagli invasori vichinghi. Alla sua vittoria ha contribuito Uhtred, che ora, disgustato dalia grettezza del sovrano e dal suo atteggiamento estremamente bigotto, decide di lasciare il paese e di dirigersi a nord per vendicare il padre adottivo, barbaramente ucciso, e liberarne la figlia, prigioniera dell’assassino del padre, Kjartan, un danese rinnegato che vive nell’imprendibile fortezza di Dunholm e che da sempre è nemico giurato di Uhtred. Arrivato a nord, il giovane trova la regione in rivolta, immersa nel caos e nel terrore. Lui può contare solo su Hild, una monaca sassone che ha rinunciato alla vocazione, e sulla propria spada. Finché il caso non gli fa incontrare un manipolo di uomini comandati da un giovane schiavo autoproclamatosi re di Northumbria… In un mondo dai confini mutevoli dove regnano il caos e bizzose divinità, in una terra contesa tra i signori della guerra in cui il più prezioso alleato può trasformarsi in un nemico più gelido dell’aspro vento del nord, la follia può rivelarsi l’unica arma vincente…

Uhted di Bebbanburg ha aiutato Alfredo, re del Wessex, a sconfiggere i danesi. Ancora una volta. Ma per lui, erede usurpato di una delle località meglio fortificate della Northumbria, la ricompensa è stata piccola in quantità e di valore. Ancora una volta.
Per questo con la monaca Hild, liberata dai danesi e divenuta la sua amante, si reca al nord, lontano dal Wessex e da un re che detesta, che lo detesta a sua volta e dal quale viene trattato con riserva per via del suo essere un pagano, invece di un devoto aldermanno sassone. La missione è duplice: capire come poter sottrarre Bebbanburg a suo zio; e vedere di chiudere per sempre i conti con Kjartan e suo figlio Sven, colpevoli di aver ucciso la famiglia danese in cui ha vissuto, prima come schiavo e poi come figlio di Ragnar l’intrepido.

Così l’Armigero spettrale aveva incontrato il re schiavo. Sven l’Orbo si trascinò carponi dal padre e il folle destino che incombeva sul Northumbria divenne ancora più folle.

Ma la spedizione a nord di Uhtred e Hild li porta a incrociare le strade dei diversi signori della Northumbria, tra le quali vi è quella di Guthred, danese e pagano eletto re del nord da un santo cristiano. Un re che è stato reso schiavo e che Uhtred, per caso, libera mentre cerca di attraversare incolume i territori sotto il dominio di Kjartan.
Nel rapporto con il muovo re, Uhtred si trova davanti a una persona completamente diversa da Alfredo, un sovrano per il quale lottare e in cui porre fiducia per andare a recuperare Bebbanburg. Anche in vista della possibilità di sposarne la sortella, Gisela, la quale è certa di essere destinata a Uhtred. Ma per conquistare la Northumbria e scacciare i danesi che lo hanno reso schiavo, re Guthred ha bisogno di un esercito che, su suggerimento dei preti, va a cercare presso un signore pio e cristiano, Ælfric di Bebbanburg, zio di Uhtred, il quale pretende in cambio la testa del nipote.

Alfredo non riusciva mai a essere così buono come avrebbe desiderato, ma non smetteva di provarci. Da tempo io avevo accettato di essere una creatura imperfetta, ma lui non avrebbe mai fatto lo stesso.

Tra tradimenti, schiavitù, ribellioni e la chiusura di vecchi conti in sospeso, I re del nord fa da punto di svolta in almeno uno dei giuramenti che Uhtred ha siglato, cioè quello di vendicare la morte di Ragnar l’Intrepido insieme a suo figlio e cercare di scoprire se Thyra, la sorella, sia ancora viva per portarla in salvo. Approfittando della temporanea pace del Wessex con il signore vichingo Guthrum, convertitosi al cristianesimo, Bernard Cornwell fa muovere il suo personaggio fittizio verso un altro snodo storico realmente accaduto e celebrato dagli storici dell’epoca, dando voce a tutti coloro che, come lo stesso Uhtred, hanno combattuto per i grandi re e sono rimasti esclusi dalla biografia storica.
Sullo sfondo di un territorio martoriato da scontri tra danesi e sassoni, tra faide religiose e sospetti contro gli infedeli pagani, la storia inglese ha prosperato grazie a individui il cui nome non sarà ricordato, ma che qui vengono rappresentati sotto forma di un signore della guerra spodestato della sua terra, sassone di nascita e danese d’adozione che pone la sua spada, spesso controvoglia al servizio di un progetto immenso.

«Alfredo crede nelle promesse di Dio e sogna una terra libera dai pagani, una terra in cui il nemico sia completamente annientato e sopravviva solo chi crede in Cristo. Se nella nostra isola c’è un uomo di cui aver paura, è Alfredo.»

Lunghe pagine dedicate alla schiavitù di Uhtred e al suo ritorno nel Wessex dopo essere stato tradito da Guthred portano la lettura a scorrere un po’ più lentamente del normale, mentre i passaggi che coinvolgono le vicende personali del guerriero, come l’incontro con Finan, guerriero irlandese conosciuto sulla nave degli schiavi, o la ricerca di Gisela e la vendetta contro Kjartan portata avanti insieme al fratello Ragnar sono le parti più interessanti, quelle dove l’attenzione resta massima.
Il terzo volume chiude parte dei conti con il passato e mette in moto eventi imprevedibili, con incontri che segneranno il suo futuro e quello del regno di Alfredo, soprattutto con lo stretto legame che Uhtred ha con entrambi i figli del sovrane, la principessa Æthelfled e l’edere Edward, legami che da qui in avanti diventeranno sempre più profondi.

Da adesso in avanti la vita di Uhtred è legata al Wessex! Chissà come andrà? Beh, domani ne scopriamo un nuovo tassello!

Federica 💋

The Last Kingdom (3ª Stagione)

Buongiorno e buon Venerdì 😊

Riprendo a recensire 👏 non so voi, ma io sono felicissima di poter riuscire di nuovo a scrivere le recensioni! E, finalmente, vi parlo dell’ultima stagione prodotta di The Last Kingdom (vi ho parlato qui della prima e qui della seconda).

Titolo
The Last Kingdom
Ideatori
Paul Knight
Soggetto
Le storie dei re sassoni di Bernard Cornwell
Paese
Regno Unito
Anno
2015–
Genere
Storico
Stagioni

Episodi

26
Lingua
Inglese
Cast
Alexander Dreymon, David Dawson, Tobias Santelmann, Emily Cox, Adrian Bower, Harry McEntire, Ian Hart, Eva Birthistle, Peri Baumeister, Eliza Butterworth, Mark Rowley, Julia Bache-Wiig, Cavan Clerkin, Arnas Fedaravicius, Jeppe Beck Laursen, Toby Regbo, Millie Brady, James Northcote, Adrian Bouchet, Ewan Mitchell, Ola Rapace, Timothy Innes, Thea Sofie Loch Næss, Magnus Bruun, Simon Stenspil, Adrian Schiller, Kevin Eldon

Uthred di Bebbanburg, dopo un finale di stagione in cui è diventato un fuorilegge nel Wessex, vede la sua vita cambiare completamente all’inizio della terza stagione, maledetto da una strega danese che ha legato la propria vita a quella di Uthred, così che lui non si possa liberare di lei senza esaudire le sue richieste.
Vincolato alle pretese e alla maledizione della donna, il guerriero sassone di nascita, danese d’adozione, si ritrova anche a fare i conti con un giuramento di fedeltà che minaccia di fargli tagliare i ponti con il fratello acquisito Ragnar, mentre questi si spinge alla conquista delle terre di re Alfred, alleandosi con i danesi che Uthred ha affrontato e sconfitto per conto del re d’Inghilterra, un’alleanza che metterà a rischio non solo la vita di Uthred, ma anche quella di Ragnar, Alfred e Æthelfled, figlia maggiore del re sassone e molto vicina al guerriero danese, il quale le ha promesso il proprio aiuto se mai fosse stata in pericolo.
Nella terza stagione di The Last Kingdom il guerriero Uthred si trova ad affrontare diversi drammi personali che si intrecciano inestricabilmente con le vicende avvenute negli ultimi anni del regno di Alfred, il primo sovrano inglese che abbia mai cercato di unificare la sua terra e di riportarne le sorti attraverso una storiografia efficiente. È proprio su quest’ultimo aspetto che gioca la terza stagione, insieme ovviamente agli eventi narrativi che ne permettono la prosecuzione, evidenziando quanto spiegavo nelle scorse recensioni: il personaggio principale, motore dell’intera storia, in realtà non ha alcun valore a livello storico, diventando uno dei tanti sconosciuti che si sono persi nei secoli. Uthred, così fondamentale nello svolgersi delle battaglie e delle conquiste, attraverso gli occhi di Alfred e i suoi resoconti sugli eventi storici viene completamente dimenticato. Uthred non è nessuno, se paragonato al grande sovrano, tant’è che di lui non se ne conserverà traccia, però appare chiaro, di episodio in episodio, che il vero fulcro d’attenzione, colui che governa le sorti dei grandi e potenti, è un personaggio storicamente insignificante. Certo, si sapeva già che era lui il protagonista, però in questa stagione ne viene sottolineata l’importanza pur nella sua non rilevanza storica.
La storia, per tornare alla recensione vera e propria, si costruisce con colpi di scena e cambiamenti a volte prevedibili, altre del tutto insospettabili. Questo fa sì che la serie non perda mai di attrattiva, un rischio possibile man mano che si avanza nel numero di stagioni ma che qui viene scongiurato, anche grazie al cambio generazionale – se così si può chiamare – che avviene a livello storico con la fine di Alfred e l’inizio di un nuovo regno e di battaglie in cui Uthred è chiamato ancora a partecipare.

Io adesso aspetto la quarta stagione con molta ansia! Non vedo l’ora che arrivi!
Spero che la serie tv e la recensione vi abbiano incuriositi 😊 Grazie per essere stati con me!

Passate un buon weekend! Noi ci risentiamo la prossima settimana.

A presto
Federica 💋